L’Anci scrive al sottosegretario Manzione e al Capo della Polizia Gabrielli. “Prassi difformi sui territorio, immigrati rischiano di pagare importi non dovuti”. Ma Viminale e MEF prendono tempo
Roma – 21 giugno 2016 – La tassa sul permesso di soggiorno non si paga più, ma cosa aspetta il ministero dell’Interno ad avvisare le Questure? Anche i Comuni, che in oltre 400 sportelli aiutano gli immigrati a compilare le domande di rilascio e rinnovo dei permessi, chiedono al Viminale di fare subito chiarezza.
Venerdì scorso Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato all’immigrazione dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, ha scritto al sottosegretario all’Interno Domenico Manzione e, per conoscenza, al Capo della Polizia Franco Gabrielli.
”In considerazione della palese applicabilità immediata della sentenza – si legge nella lettera – chiedo di voler fornire urgenti indicazioni circa modalità e tempistiche di tale applicabilità, nelle more di un eventuale provvedimento amministrativo sostitutivo del D.M. 6 ottobre 2011”. Quel decreto aveva introdotto il contributo da 80 a 200 euro, annullato un mese fa dal Tar del Lazio.
“Ci risulta – denuncia Biffoni – che si stiano consolidando prassi applicative difformi sui territori, con manifesti rischi di sperequazione a danno dei cittadini stranieri in caso di pagamenti di importi non dovuti, oltreché conseguente rischio di danno erariale”. Diverse Questure, in attesa di indicazioni dall’alto, stanno infatti suggerendo agli immigrati di pagare comunque la tassa, pena la sospensione delle pratiche relative ai loro permessi di soggiorno.
Il problema, e su questo non ci piove, è che già oggi la tassa non si paga. Chi la paga potrà quindi chiedere i soldi indietro, anche con gli interessi. Il silenzio del Ministero sta così aprendo la strada ad altre azioni legali che peseranno sulle casse dello Stato e, quindi, sulle tasche di tutti i contribuenti, italiani e stranieri.
Biffoni conclude ricordando la “decennale partecipazione di Anci al sistema di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno” e spiega che l’associazione potrà “contribuire a veicolare indicazioni corrette e tempestive ai cittadini stranieri”.
Correttezza e tempestività, però non sembrano al momento le preoccupazioni principali del governo. Il Viminale, che alle reiterate richieste di chiarimenti da parte di Stranieriinitalia.it, ha risposto: “Rivolgetevi al ministero dell’Economia e delle Finanze”. Anche il MEF però, prende tempo: “Non abbiamo emanato ancora comunicati o circolari, ma sono in essere una serie di valutazioni per adempiere alla sentenza del TAR del Lazio”.
Elvio Pasca