Il tribunale di Bari ordina allo Stato di restituire a una coppia albanese i soldi versati in questi anni. Piccinini (Inca Cgil): “Inaccettabile che non abbiano già rimborsato tutti”
Roma – 10 marzo 2017 – Cambiano giudici e tribunali, ma dicono sempre la stessa cosa: lo Stato deve restituire agli immigrati la tassa sul permesso di soggiorno.
La sentenza di Napoli del mese scorso è solo l’apripista di una lunga serie. Lunga almeno quanto i ricorsi pilota presentati in tutta Italia da Inca e Cgil insieme a cittadini stranieri che negli scorsi anni hanno versato il contributo per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno. Quel contributo è stato ormai cancellato perché illegittimo, ma che ne sarà dei soldi sborsati per anni ingiustamente?
La risposta stavolta arriva dal tribunale di Bari, che con due sentenze distinte, firmate il 5 marzo dalle magistrate Carlotta Soria e Valentina D’Aprile, ha ordinato alla Presidenza del Consiglio e ai ministeri dell’Economia e dell’Interno di pagare le spese legali e di rimborsare complessivamente 540 euro più interessi a Renato Sauli e Klevisa Veruari, marito e moglie di origine albanese. È esattamente la somma dei contributi per il rilascio e il rinnovo del permesso che i due hanno versato da quando sono in Italia.
Lui è arrivato come stagionale nel 2012, poi ha trovato un impiego più duraturo. Oggi fa il camionista e paga le tasse come tutti gli altri. La moglie lo ha raggiunto con un ricongiungimento nel 2015. E conviene ricordare che ogni volta che hanno chiesto o rinnovato il permesso di soggiorno hanno sborsato anche altro denaro in marche da bollo, assicurata alle Poste e stampa del documento. Complessivamente quasi 1000 euro in appena tre anni.
Ora recupereranno la metà di quei soldi. “Le disposizioni che determinano la misura del contributo per il rilascio ed il rinnovo del permesso di soggiorno – spiega una delle due sentenze – sono del tutto illegittime e, pertanto il versamento effettuato non può che considerarsi compiuto in assenza di giusta causa e va, pertanto, restituito”.(Sentenza Sauli – Sentenza Veruari)
“Ancora una volta ci dobbiamo rivolgere agli organi giudicanti per ottenere l’esecuzione di un diritto ribadito più volte sia dalla giustizia europea sia da quella italiana nei diversi gradi” commenta Claudio Piccinini, coordinatore degli Uffici Immigrazione dell’Inca. “È inaccettabile che non si sia ancora disposto per via amministrativa il diritto al rimborso per tasse non dovute dal 2012 ad oggi”.
Il patronato continua a raccogliere le domande di rimborso, ma intanto stanno anche per arrivare altre sentenze su altri ricorsi pilota. Non è difficile immaginare cosa diranno.
Elvio Pasca
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