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Terrorismo. Gentiloni: “La comunità musulmana può aiutarci a sconfiggerlo”

Il ministro degli Esteri: "Nessuna guerra di religione, ma dialogo. La confusione tra terroristi e migranti è cattiva propaganda"

Roma – 2 aprile 2014 – L'Islam è una vittima del terrorismo, che potrà essere sconfitto solo con l'aiuto delle comunità musulmane, anche in Italia. La confusione tra migranti e terroristi è "cattiva propaganda" 

Così il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un'intevista al settimanale Famiglia Cristiana.

"Come Paesi occidentali -spiega il capo della diplomazia italiana  – possiamo difenderci alzando i livelli di sicurezza, possiamo contrastare il terrorismo con coalizioni politico-militari, ma dobbiamo sapere che il suo sradicamento, nel medio periodo, dipende dall’isolamento e, quindi, dalla battaglia religiosa e culturale che, nei confronti del fondamentalismo terrorista, devono condurre e conducono le comunità islamiche. Per questo è non solo incivile, ma autolesionista indurre nell’opinione pubblica l’idea che i musulmani siano terroristi".

"L’islam – aggiunge Gentiloni- è ostaggio di questi terroristi. E noi abbiamo bisogno che la grande maggioranza della comunità politica e religiosa che fa riferimento all’islam, e che è il primo bersaglio dei terroristi, prosciughi l’acqua dove il fenomeno nuota. Non saranno mai gli occidentali a poterlo fare. Nessuna guerra di religione, ma dialogo. È molto importante quello che tanti Paesi e molte autorità religiose islamiche stanno cercando di fare e anche la collaborazione che c’è, in Italia, con le comunità islamiche".

Il ministro degli Esteri torna poi sull'emergenza sbarchi e sull'ipotesi che tra i profughi possano nascondersi dei terroristi. "Nessuno può escludere nulla nel mondo di oggi. Sono possibili provocazioni, infiltrazioni. Quello che non è corretto è promuovere nell’opinione pubblica una identificazione tra il terrorismo e la popolazione dei migranti che fanno migliaia e migliaia di chilometri per sfuggire a situazioni di disperazione, di fame e di guerra".

"Abbiamo un rischio di utilizzo dei proventi di questo traffico – conclude Gentiloni – a fini terroristici, ma finora non c’è stato un fenomeno di infiltrazioni. I servizi sono all’erta e non si può escludere il rischio in via teorica, ma la confusione tra terroristi e migranti è, nella migliore delle ipotesi, cattiva propaganda".

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