Il ministro dell’interno: “Vigilanza alta, ma atteniamoci ai fatti. Non sovrapporre il radicalismo islamico ai problemi dell’immigrazione”
Roma – 10 settembre 2014 – La vigilanza è alta, ma per ora bisogna "guardare alla realtà": non ci sono segnali che sui barconi che arrivano in Italia ci siano anche dei terroristi. Una cosa è l’offensiva del radicalismo islamico, un’altra cosa sono i problemi dell’immigrazione.
Lo ha chiarito ieri alla Camera il ministro dell’Interno Angelino Alfano nella sua informativa urgente sul “terrorismo internazionale di matrice religiosa”.
“Vorrei non eludere – ha detto Alfano – un punto di particolare delicatezza più volte evocato in questi giorni come uno specifico motivo di preoccupazione per l'Italia, e cioè che attraverso gli sbarchi possano giungere migranti di orientamento radicale che maturino il proposito di progettualità ostili o di azioni dimostrative eclatanti”.
“Quando, nello scorso agosto, ho rassicurato circa il livello altissimo di allerta e di vigilanza, ho anche aggiunto – e lo ribadisco – che le fonti di intelligence non segnalano questo rischio tra quelli a cui il Paese potrebbe essere esposto. Certamente è un aspetto che non verrà trascurato, perché una diversa posizione sarebbe considerata controintuitiva e verrebbe meno all'impegno di cui sono garante, di non sottovalutare o non dare nulla per scontato, anche perché, se è vero che non è stato finora segnalato alcun rischio concreto, è altrettanto vero che nessuno può escluderne la possibilità”.
“L'offensiva dell'Islamic State – ha sottolineato però Alfano – rappresenta una forma orribile di sfida all'Occidente e ai suoi valori, ma non possiamo sovrapporla in maniera apodittica ai problemi dell'immigrazione, che sono tanti e per i quali ci stiamo tanto impegnando. Condivido l'opinione di chi ritiene che dobbiamo guardare alla realtà e attenerci ai fatti, contribuendo a un'analisi oggettiva e lucida e possiamo farlo solo a condizione di rifuggire da semplificazioni discorsive”.