Roma, 20 gennaio 2022 – Otto mila euro per entrare in Italia. La Guardia di Finanza ha eseguito ventidue arresti, la polizia albanese venticinque e due perquisizioni in agenzie greche che avrebbero favorito passaggi di denaro. In totale, sono ora indagate cinquantadue persone. Questo è il frutto di una delle più grosse operazioni riuscite negli ultimi anni contro un traffico di migranti proveniente dall’Africa e dall’Oriente. Un viaggio nel quale ogni passeggero era costretto a pagare almeno otto mila euro per arrivare sulle coste italiane.
Traffico di migranti, una rete di collegamenti ben strutturata
L’indagine ha preso vita grazie al Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Lecce in seguito a uno sbarco di migranti avvenuto nell’aprile del 2020 a Caraldo. Dopodiché sono stati coinvolti anche il Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata di Roma e le forze di polizia albanesi e greche. Il lavoro congiunto ha permesso di svelare un traffico di migranti dalle dimensioni enormi che nasce a Istanbul, passa dalle coste salentine e calabresi, prosegue in Veneto e in Liguria e si conclude nel nord dell’Europa. Le indagini sono durate più di un anno, e hanno analizzato trenta episodi di migranti in transito, quindi solo una parte del fenomeno.
Da questo, poi, si è scoperta anche la presenza di una rete composta da quattro gruppi fra loro interconnessi. Due agivano in Italia, uno in Albania e uno in Turchia. Uno di quelli con sede in Italia sarebbe stato gestito da Alaa Qasim Rahima, un 38enne iracheno domiciliato a Fossalta di Piave, in provincia di Venezia.
Stando a quanto ricostruito, Rahima si occupava del trasferimento verso il territorio italiano ed europeo di migranti irregolari di origine arabo-siriana. Il tutto grazie a una rete di collaborazioni estesa in diverse nazioni europee che permetteva il traffico di migranti dalla Turchia all’Italia sia via mare che via terra. Tra l’altro, sembra che quest’uomo fosse talmente importante e riconosciuto nell’ambito da essere nominato “Re dell’Italia” o “Re delle auto”, per la sue capacità di reperire macchine e automobilisti. Il secondo gruppo presente in Italia, invece, era manovrato da Majid Muhamad, un 52enne iracheno residente a Bari. Il suo ruolo era quello di recuperare gli scafisti nei luoghi di approdo, evitare loro la cattura per poi trasferirli in Grecia: da lì riuscivano infine a tornare in Turchia dopo alcuni giorni nascosti in qualche albergo di Bari. Una volta di nuovo in Turchia, ripartiva il meccanismo.
Otto mila euro per il viaggio
Il terzo grupo, poi, era posizionato in Albania ed era diretto da Sultan Ahmed, un 23enne siriano. A quanto pare lui si occupava direttamente del trasferimento dei migranti arrivati dalla Grecia all’Albania, migranti che poi venivano portati in Italia. A quanto forniva tutte le informazioni ai migranti tramite Facebook. Il quarto gruppo, infine, era il più potente. Capitanato da Awat Abdalrahman Rahim Rahim, un 47enne iracheno, permetteva il trasferimento dei migranti irregolari provenienti dalle zone asiatiche a bordo di imbarcazioni verso le coste salentine e calabresi tramite yacht e barche da lui acquistate.
Dalle indagini è emerso inoltre il metodo di pagamento di questo traffico di migranti. Si tratta di un modus operandi già noto alle forze dell’ordine, nominato “safari” o “a awala: fondato sulla esistenza di una sorta di circuito clandestino di intermediari finanziari costituito da persone fisiche la cui presenza è stata accertata sia in territorio italiano che greco, turco e albanese, indicate come agenzie presso cui viene depositato il danaro che viene poi corrisposto da altra agenzia nel caso di sblocco da parte di chi disponeva della somma”, si legge in un passaggio dell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Laura Liguori. “Il medesimo metodo veniva utilizzato anche dai migranti per pagare il prezzo del trasporto”, riportai inoltre. Si parla, circa, dai 6 mila euro a testa per i viaggi da Grecia o Albania. Fino a 8 mila euro, invece, per partire dalla Turchia.
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