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TUMORI: IMMIGRATI A RISCHIO, A MILANO 1 MALATO SU 10 E’ STRANIERO =

      PRESIDENTE LILT, PRIORITARIE MISURE PER ALLARGARE PREVENZIONE
ANCHE A LORO

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      Milano, 12 mar. – (Adnkronos/Adnkronos Salute) – "Una diagnosi
di cancro su dieci a Milano riguarda gli stranieri". A lanciare
l’allarme e’ la neopresidente della Lilt (Lega italiana per la lotta
contro i tumori) di Milano, Franca Fossati Bellani, oggi nel capoluogo
lombardo durante la presentazione del progetto ‘Donna dovunque’,
lanciato nell’ambito della Settimana nazionale per la prevenzione
oncologica (14-21 marzo).

      L’oncologa sottolinea in una nota la difficolta’ di coinvolgere
nell’attivita’ di prevenzione e screening la popolazione immigrata e
spiega come esistano anche delle differenze sulle parti del corpo
colpite dal cancro: "Le sedi tumorali non sono le stesse per gli
italiani e gli immigrati. Si stima infatti che in un futuro prossimo
il fenomeno potrebbe radicarsi, fino a selezionare forme di tumore
omogenee con la provenienza dei differenti gruppi di immigrati".

      Un caso emblematico sono "le patologie fumo-correlate" che
accomunano "chi proviene dai Paesi dell’Europa orientale. E’ dunque
molto importante cominciare a considerare prioritarie misure di
intervento preventive anche nei confronti delle popolazioni
straniere".

Ed e’ per questo che il depliant
informativo di ‘Donna dovunque’ e’ stato tradotto in 8 diverse lingue:
italiano, francese, inglese, arabo, cinese, russo, spagnolo,
filippino.

      L’iniziativa ha come obiettivo diffondere la cultura della
salute anche fra gli stranieri, che rappresentano il 14% della
popolazione residente nel capoluogo, e si articola in un programma di
prevenzione su tutta la provincia. Nella prima fase sono previste
nello Spazio prevenzione della Lilt di viale Molise 5 a Milano, visite
senologiche e ginecologiche e Pap-test per le donne immigrate che
verranno accolte da medici della loro stessa lingua (tutti i giovedi’
dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17).

      "Sia a livello nazionale che regionale – spiega Lia Lombardi,
sociologa della salute e della medicina all’universita’ degli Studi di
Milano – si registra un lieve ma costante aumento di tumori a carico
delle cittadine straniere residenti". Non solo: le immigrate sono meno
coinvolte nei programmi di screening, conclude l’esperta: le
percentuali di aggirano intorno al "52% per il pap-test e 43% per la
mammografia, contro 72% e 73% delle donne italiane".
 

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