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Uil: “Riforma della cittadinanza e diritto di voto”

Il sindacato chiede a governo e Parlamento “un forte segno di discontinuità”. “La ex carta di soggiorno diventi più accessibile”

Roma – 27 settembre 2011 – Riforma della legge sulla cittadinanza, diritto di voto amministrativo agli immigrati e una percorso più facile per mettersi in tasca un permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo. Sono i temi su cui la politica dovrebbe confrontarsi per garantire i diritti di cittadinanza degli immigrati e la loro “piena partecipazione alla vita politica e sociale della nostra nazione”.

Il sindacato ha annunciato per le prossime settimane ”una grande campagna di promozione dei diritti”, per chiedere a Governo e Parlamento un “confronto sereno e rapido” e “un forte segno di discontinuità”. Anche perché “è giusto chiedere agli immigrati di rispettare le regole, ma queste debbono anche essere ridisegnate in parallelo con l’evolversi ed il mutare della nostra società”.

La UIL condivide la necessità di “modernizzare il concetto di cittadinanza, introducendo il principio dello jus soli, accanto a quello dello jus sanguinis. I figli di stranieri nati nel nostro Paese, debbono poter accedere alla cittadinanza italiana senza dover aspettare il 18° anno di età. Anche per gli altri l’accesso a questo diritto va reso più fruibile: non cittadinanza facile, ma cittadinanza equa, in tempi giusti per chi ha dimostrato di amare l’Italia e di concorrere al suo progresso e sviluppo economico e sociale”.

Per quanto riguarda il diritto di voto amministrativo, il sindacato ricorda che “in Europa 16 Paesi su 27 permettono già agli immigrati residenti da oltre cinque anni di poter votare alle elezioni amministrative. E’ giusto che questo avvenga anche da noi. Chiediamo pertanto che l’Italia ratifichi il capitolo C della convenzione di Strasburgo e proceda ad approvare una legge adeguata capace di permettere ai cittadini non comunitari che ne abbiano il diritto, di partecipare alla scelta dei propri rappresentanti locali attraverso il voto”.

Questi temi sono già arrivati all’attenzione del Parlamento, ma le proposte di legge presentate finora si sono arenate.”Siamo convinti che, in assenza di un accordo comune bipartisan tra le varie forze politiche di maggioranza e di opposizione ed in assenza di un vasto fronte di opinione pubblica, forze sociali e culturali, sarà quasi impossibile  che a breve venga trovato un accordo legislativo” ammette la Uil.

Il concetto di cittadinanza non è circoscritto alle regole per diventare italiani o al diritto di voto, ma riguarda anche la “non discriminazione nel godimento dei diritti sostanziali”, affermata dalla legge, ma effettiva solo per chi ha un permesso di soggiorno di lungo periodo (la ex carta di soggiorno). Per avere questo documento basterebbero cinque anni di soggiorno regolare, ma in realtà solo pochi fortunati riescono a metterselo in tasca, dopo “un’attesa molto più lunga e superando intricate strettoie burocratiche”.

Per questo la Uil chiede anche “la riforma della procedura per ottenere l’ex carta di soggiorno, rendendo maggiormente conosciuti i requisiti necessari, eliminando le arbitrarietà territoriali a volte praticate e rendendo più semplice, veloce e funzionale la procedura necessaria”. “Tutto ciò – spiega – renderebbe meno drammatica la questione non risolta delle procedure per i rinnovi dei permessi di soggiorno, questione che ancora per troppe persone è fonte di timori ed angosce e che trasferisce sulla pubblica amministrazione carichi di lavoro spesso paralizzanti le attività ordinarie”.

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