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Un passo avanti sulla riforma della cittadinanza, ma non basta: Andrea Riccardi invita a non perdere l’occasione

©Fabio Frustaci / EIDON/MAXPPP ; 1275721 : (Fabio Frustaci / EIDON), 2018-07-16 Roma - Italian Prime Minister Giuseppe Conte visits the Community of Sant'Egidio - Andrea Riccardi (MaxPPP TagID: maxnewsworldfour570993.jpg) [Photo via MaxPPP]

Roma, 7 ottobre 2024 – In un’intervista rilasciata al quotidiano Repubblica, Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio ed ex ministro dell’Integrazione, commenta l’apertura del vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, riguardo alla cittadinanza per i giovani immigrati in Italia. Sebbene si tratti di un piccolo passo, Riccardi insiste sull’importanza di non lasciarsi sfuggire l’opportunità di avviare una discussione concreta su una questione che ritiene fondamentale per il futuro del Paese.

Una proposta dal centrodestra, ma la strada è lunga

La proposta avanzata da Forza Italia prevede un percorso più breve verso la cittadinanza per i ragazzi figli di immigrati che vivono e studiano in Italia. Riccardi accoglie positivamente l’iniziativa, sottolineando come sia la prima volta che un’apertura su questo tema provenga dal centrodestra. Tuttavia, l’ex ministro spera in un’accelerazione: “Preferirei un periodo inferiore ai dieci anni di attesa per i ragazzi che si sono integrati, cinque o sei sarebbero sufficienti”, afferma, evidenziando come la proposta forzista rappresenti comunque un punto di partenza importante.

Il ritardo dell’Italia e la necessità di integrazione

Riccardi non risparmia critiche alla lentezza della politica italiana in materia di cittadinanza. Secondo l’ex ministro, il Paese è in forte ritardo nell’affrontare un problema che coinvolge migliaia di ragazzi “cresciuti da stranieri pur vivendo da italiani”. Il diritto alla cittadinanza, per Riccardi, dovrebbe essere garantito a quei giovani che, pur figli di immigrati, partecipano attivamente alla cultura e alla vita sociale del Paese: “Questi ragazzi si pensano italiani, è nostro dovere riconoscerlo”, dichiara.

Già vent’anni fa la Comunità di Sant’Egidio aveva proposto una legge di iniziativa popolare per garantire la cittadinanza ai bambini immigrati, e dieci anni fa, come ministro dell’Integrazione, Riccardi aveva rilanciato l’idea con una proposta basata sullo Ius Culturae. Tale approccio, spiega, è più adatto a un Paese come l’Italia, caratterizzato da migrazioni di transito, rispetto al modello dello Ius Soli adottato negli Stati Uniti.

Una questione ignorata, anche dalla sinistra

Sebbene i governi di centrodestra abbiano spesso ostacolato le riforme in materia di cittadinanza, Riccardi critica anche la sinistra per non aver affrontato adeguatamente la questione: “Durante la XVII legislatura, con una maggioranza di centrosinistra, non si è fatto nulla, nonostante fossero state presentate delle proposte”. Secondo l’ex ministro, il tema degli immigrati viene spesso evitato per timore di perdere consensi elettorali. “In dieci anni siamo diventati un Paese più vecchio e abbiamo un maggiore bisogno di giovani, ma manca la volontà di riflettere seriamente sul futuro”, sottolinea.

Il conflitto interno alla destra e la polarizzazione politica

Nonostante l’apertura di Tajani, la proposta di Forza Italia ha scatenato tensioni all’interno della destra. Durante il recente raduno della Lega a Pontida, Tajani è stato attaccato dai giovani leghisti, che lo hanno definito “scafista”. Riccardi critica aspramente questo atteggiamento, considerandolo emblematico del basso livello politico con cui si affrontano questioni di grande rilevanza nazionale: “Quello slogan mostra la pochezza della politica domestica”, afferma, aggiungendo che, nonostante la polarizzazione del dibattito politico, gli italiani sembrano più avanti rispetto ai loro rappresentanti.

Una questione umana e vitale per il futuro del Paese

Riccardi chiude l’intervista ribadendo l’importanza di portare avanti il dibattito sulla cittadinanza, lasciando da parte divisioni politiche e ideologiche: “Non si tratta di maggioranza o opposizione, ma di un problema umano e vitale per il nostro Paese”. Sebbene la proposta forzista possa essere perfezionata, rappresenta un’opportunità da cogliere: “È una strada da prendere sul serio e discutere”, conclude, esortando la politica italiana ad affrontare con responsabilità una questione che inciderà profondamente sul futuro demografico e sociale dell’Italia.

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