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Un presepe di speranza nel carcere di Catania: la natività che racconta storie di migranti

Roma, 30 dicembre 2024 – Un messaggio di solidarietà e speranza prende vita tra le mura del carcere di Catania, dove i detenuti hanno realizzato un presepe unico nel suo genere. Questa opera, inaugurata il 17 dicembre scorso, rappresenta non solo la Natività ma anche le drammatiche vicende di chi affronta viaggi pericolosi alla ricerca di una vita migliore.

Il presepe è stato creato con materiali riciclati dai detenuti, in collaborazione con i docenti dei corsi scolastici e del Liceo artistico “Emilio Greco”, che operano da anni nella struttura. L’Etna domina lo sfondo, simbolo del territorio, mentre alcune barche approdano idealmente nel porto di Catania, trasportando la Sacra Famiglia e i Re Magi. Il presepe è arricchito da figure legate alla cultura e ai simboli siciliani: “u liotru”, l’elefante emblema della città; Colapesce, leggendario sostegno dell’isola; e il ciclope Polifemo, che scruta il mare.

Un elemento distintivo sono i bigliettini posti dai detenuti, che raccontano storie di migranti: dalla povertà e dalle guerre che li costringono a lasciare la loro terra natale, alle tragedie in mare durante il viaggio verso l’Italia, fino agli eventi a lieto fine come la nascita di bambini durante la traversata. Questi messaggi, scritti con il cuore, invitano a riflettere sulle difficoltà e sulla resilienza degli ultimi.

Durante l’inaugurazione, una lettera letta da una detenuta ha commosso tutti i presenti, sottolineando il profondo legame tra la nascita di Gesù e il messaggio di vita, solidarietà e speranza che il presepe vuole trasmettere. La direttrice della struttura, Nunziella Di Fazio, ha accolto con entusiasmo il progetto, evidenziando come il presepe si ponga a sostegno delle categorie svantaggiate, tra cui gli stranieri, spesso esclusi da progetti inclusivi. “Il carcere deve adoperarsi per offrire opportunità di inserimento”, ha dichiarato.

Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, il Preside del Liceo Artistico “Emilio Greco”, Antonio Alessandro Massimino, la Vice Preside Marina Marino, il corpo docente, il personale di Polizia Penitenziaria e l’area educativa dell’istituto. Tutti hanno elogiato l’iniziativa, che dimostra come l’arte e la creatività possano diventare strumenti di inclusione e redenzione.

Il presepe del carcere di Catania non è solo una rappresentazione artistica, ma un simbolo di accoglienza e un invito a guardare il mondo con gli occhi della compassione, celebrando il valore della vita e della speranza anche nei contesti più difficili.

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