Quest'anno oltre 800 persone hanno già perso la vita nel Mediterraneo. “Gli Stati Europei intervengano subito per fermare questa catastrofe”
Roma – 24 luglio 2014 – Negli ultimi dieci giorni più di 260 persone sono morte o tuttora disperse mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo alla volta dell'Europa. I sopravvissuti hanno riferito episodi sconvolgenti, tra cui annegamenti di massa, soffocamenti e sospetti accoltellamenti multipli. Intanto, sale a 800 il numero totale di morti in mare di quest'anno, rispetto a un totale di 600 morti in tutto il 2013 e di 500 nel 2012.
“Queste tragedie sono la prova che la crisi nel Mediterraneo si sta intensificando, dal momento che molte persone in fuga dall’Eritrea, dalla Siria e da altri paesi dilaniati dalla violenza cercano sicurezza in Europa, rischiando la vita in mare mettendosi nelle mani di trafficanti” sottolinea l’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati, Unhcr, ricordando che nelle ultime settimane il rapido aumento degli incidenti in mare ha suscitato la richiesta ai paesi europei di intraprendere misure urgenti per sviluppare un piano globale per prevenire tali tragedie.
Nel primo semestre del 2014 più di 75.000 rifugiati e migranti sono arrivati via mare in Italia, Grecia, Spagna e Malta – il 25 per cento in più rispetto ai 60.000 che hanno compiuto lo stesso percorso nel 2013 e oltre tre volte le 22.500 persone arrivate nel corso del 2012. L’Italia è stata il paese con il maggior numero di arrivi (63.884), seguita dalla Grecia (10.080), dalla Spagna (1.000) e da Malta (227). A questi si aggiungono poi altri 21.000 rifugiati e migranti arrivati in Italia dal primo luglio. La maggior parte proviene da Eritrea, Siria e Mali ed è partita dal Nord Africa, principalmente dalla Libia.
Nei primi sei mesi del 2014 sono arrivati in Italia 10.563 minori, 3.676 dei quali provenienti dalla Siria. Tra di loro 6.500, per lo più eritrei, sono minori non accompagnati o separati dalle loro famiglie.
Solo nel fine settimana del 19 e 20 luglio le autorità italiane e maltesi, con l’aiuto di diversi mercantili, hanno tratto in salvo 8.000 persone. António Guterres, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha elogiato entrambi i paesi per i loro sforzi, ma ha anche dichiarato che gli altri Stati europei devono rafforzare il loro sostegno.
"La morte di 260 persone in meno di dieci giorni, nelle più orribili delle circostanze, è la prova che la crisi del Mediterraneo si sta intensificando", ha affermato Guterres. "Gli Stati Europei devono adottare misure urgenti per fermare questa catastrofe, che sta peggiorando nella seconda metà del 2014."
Guterres ha invitato i governi a rafforzare le operazioni di soccorso, fornire rapido accesso alle procedure di asilo per coloro che hanno bisogno di protezione internazionale, ed alternative legali a queste pericolose traversate via mare.
L’UNHCR accoglie con favore gli sforzi delle autorità Europee, in particolare l’Italia, nel portare avanti operazioni di soccorso nel Mediterraneo, ed esorta gli stati a continuare a rispettare i loro obblighi derivanti dalla normativa internazionale sui rifugiati e dalla legge del mare. Riconosce il grande sostegno fornito dagli armatori nel mediterraneo alle operazioni di soccorso e chiede loro di rimanere vigili e continuare a svolgere il loro dovere soccorrendo le imbarcazioni in difficoltà.
L’UNHCR invita inoltre gli Stati europei ad aumentare la disponibilità e la qualità delle strutture di accoglienza che ricevono le persone soccorse e di identificare soluzioni a lungo termine per i rifugiati che includano il reinsediamento, l’ammissione per ragioni umanitarie, regimi di ammissione sulla base di sponsor privati, l’accesso agevolato al ricongiungimento familiare e l’utilizzo di visti per motivi di studio o lavoro.