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Verso la costruzione di dieci nuovi Cie

Maroni avverte la Libia: "niente aiuti se non ferma le partenze dei clandestini" ROMA, 22 settembre 2008 – La Libia non chiude le frontiere, gli sbarchi continuano, i centri di accoglienza sono al collasso.

Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, anticiperà quindi con un decreto legge domani in Consiglio dei ministri i primi stanziamenti per la costruzione di dieci nuovi Centri di identificazione ed espulsione (Cie) – che si aggiungeranno ai dieci esistenti – e due o tre centri per richiedenti asilo.E da Maroni arriva anche un avvertimento a Tripoli: niente aiuti se non ferma le partenze dei clandestini.

L’ondata eccezionale di sbarchi, raddoppiati rispetto allo scorso anno, sta creando seri problemi al sistema di accoglienza del Viminale. Attualmente i 10 Cie, i 6 Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) ed i 10 Cda (Centri di accoglienza) sono pieni ed ospitano poco più di 3.000 immigrati: un numero nettamente inferiore alle necessità. Sono state così aperte negli ultimi mesi ben 44 strutture di emergenza (da alberghi ad edifici demaniali) sparse in tutta Italia, in prevalenza al Centro-Sud, che ospitano attualmente circa 6.500 persone. Un’ordinanza del presidente del Consiglio ha affidato ieri al capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno il compito di provvedere – in deroga ad una serie di norme vigenti – all’ istituzione di nuovi Centri, nonché al miglioramento, ampliamento e manutenzione di quelli esistenti. Per gli interventi potrà richiedere l’assistenza della Protezione civile e del ministero della Difesa. Ma servono soldi. Con il decreto legge di martedì verranno così stanziate le risorse (si parla di 30-40 milioni di euro) che serviranno alla realizzazione dei primi nuovi Centri.

"La costruzione delle nuove strutture, una per regione – ha detto Maroni – era prevista nel disegno di legge approvato a maggio e in esame ora al Senato. Ma l’aggravarsi dell’emergenza nazionale impone di accelerare la scelta". Nei mesi scorsi c’era stato un braccio di ferro con alcune Regioni contrarie ad ospitare i Cie. "Ben vengano" i nuovi centri, ha affermato Stefano Valdegamberi, coordinatore nazionale degli assessori regionali alle politiche sociali, a patto però che non si trasformino in strutture permanenti.

Nel disegno di legge – ora all’esame del Senato – contenente la norma che prolunga fino a 18 mesi il periodo di trattenimento nei Centri, si indica in 4.640 nuovi posti l’incremento necessario al sistema di accoglienza: metà saranno ricavati dall’ampliamento delle strutture esistenti e metà dalla costruzione di nuovi Centri. Per costruire i nuovi Cie e ristrutturare quelli esistenti il costo è stimato in 233 milioni di euro dal 2008 al 2010. I costi per la permanenza degli stranieri nei Centri sono indicati in 300 milioni di euro dal 2008 al 2010 più 93 milioni a partire dal 2011. Nel decreto di domani ci sarà un primo anticipo di questi fondi.

Capitolo Libia: nonostante il trattato di amicizia firmato da Berlusconi e Gheddafi lo scorso 30 agosto, imbarcazioni continuano a partire dai porti libici diretti verso Lampedusa e Maroni ha quindi annunciato che alcuni finanziamenti previsti dal trattato saranno condizionati alla effettiva attuazione degli accordi. "Per ora – ha detto il ministro a Vespa – ho bloccato a La Spezia una nave che avrebbe dovuto portare in Libia trenta piccole imbarcazioni ad uso della polizia libica". All’inizio di ottobre, dopo la conclusione del Ramadam, potrebbe essere inviate le sei motovedette ad equipaggio misto italo-libico per i pattugliamenti lungo le coste settentrionali del Paese nordafricano.

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