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Viminale. Matrimoni forzati, 24 i casi registrati dall’entrata in vigore del Codice rosso. Il 60% sono straniere

Roma, 29 giugno 2021 – La direzione centrale della Polizia Criminale del dipartimento della Pubblica Sicurezza ha pubblicato il primo Report sulla costrizione o induzione al matrimonio in Italia dopo l’entrata in vigore della legge n. 69/2019, il Codice rosso, che ha introdotto uno specifico reato con lo scopo di contrastare, in particolare, il fenomeno ormai di dimensioni globali dei matrimoni precoci e delle “spose bambine”.

Il nuovo reato prevede pene aggravate nel caso di minore età delle vittime, nell’ambito di un sistema di norme penali a tutela delle persone colpite da violenza di genere e domestica.

Secondo i dati del servizio di Analisi Criminale – che riguardano l’arco temporale compreso tra l’entrata in vigore del Codice rosso (il 9 agosto 2019)  e il  31 maggio 2021 – si sono verificati 24 reati,  l’85% dei quali commessi   in danno di persone di genere femminile.

In un terzo di tali casi le vittime sono  minorenni (9% infraquattordicenni e 27% tra i 14 e i 17 anni).  Il 59% delle vittime sono straniere, in maggioranza pakistane, seguite dalle albanesi. Nel 73% dei casi gli autori del reato sono stati uomini anche in questo caso di nazionalità prevalentemente pakistana, seguita da quelle albanese, bengalese, bosniaca. Nel 40% dei casi i responsabili erano di età compresa tra 35 e 44 anni.

Il Report aiuta ad analizzare il fenomeno – che ha radici storiche, culturali e talvolta religiose – e, individuando radici e contesti di riferimento, ha l’obiettivo di migliorare le strategie di contrasto.

I dati, inevitabilmente, fotografano una situazione sottodimensionata rispetto a quella reale: l’emersione di questo reato, infatti, non è facile perché spesso si consuma tra le mura domestiche e le vittime sono quasi sempre ragazze giovani, costrette ad abbandonare la scuola, talvolta obbligate a rimanere chiuse in casa nell’impossibilità di denunciare, anche per paura di ritorsioni.

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