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Viminale: “Nel 2013 sbarcate 42mila persone in Italia”

I nuovi dati forniti dal direttore centrale dell'Immigrazione e della Polizia delle frontiere presso il ministero dell'Interno

Roma, 11 dicembre 2013 – "Il numero dei migranti sbarcati quest'anno sulle coste del nostro Paese è di circa 42mila".

Ad aggiornare il dato, nel corso di un'audizione davanti al Comitato parlamentare Schengen, e' Giovanni Pinto, direttore centrale dell'Immigrazione e della Polizia delle frontiere presso il ministero dell'Interno.

"Fino a giugno erano 9mila – ha ricordato Pinto – l'esplosione c'e' stata da luglio in poi ed, al di la' delle oggettive condizioni meteomarine favorevoli, e' legata probabilmente alla partenza di un gran numero di siriani dall'Egitto in conseguenza della reintroduzione dell'obbligo di visto".

"Molti siriani – ha spiegato il direttore centrale dell'Immigrazione – avevano sposato la causa dei Fratelli musulmani, partecipando anche a manifestazioni di piazza, e dopo la deposizione di Morsi nei loro confronti c'e' stato un prevedibile giro di vite: c'e' chi e' tornato in Libano, in Giordania, in Turchia e chi invece ha preso la via del mare, destinazione Italia".

 Il numero degli sbarchi e' tornato a crescere dopo la forte diminuzione dell'anno scorso (13.267) e il "picco" di due anni fa (62.692), legato alle "primavere arabe", e interessa "per lo piu' migranti legittimati alla protezione internazionale, siriani ed eritrei su tutti"; ma "se il dato dei 'viaggi della speranza' e' piu' visibile, piu' spettacolarizzato dai media e, purtroppo, piu' drammatico perche' a rischio c'e' la vita di uomini, donne e bambini", il grosso dell'immigrazione continua ad essere rappresentato dai cosiddetti "overstayers".

"Si tratta – ha spiegato Pinto – di stranieri che entrano in Italia con un visto temporaneo o con un passaporto valido e poi alla scadenza del titolo di soggiorno restano e vanno ad ingrossare le file della clandestinita'. Se si vanno a leggere le cifre dell'ultima regolarizzazione, del resto, si scopre che di gran lunga ai primi posti ci sono cittadini dell'Est europeo, che certo non entrano via mare".

Per Pinto, "il gap economico tra aree ricche e aree povere crea anche fenomeni nuovi e preoccupanti, come ad esempio quello di egiziani ed algerini che comprano biglietti aerei 'strumentali' su tratte come Cairo-Roma-Tbilisi o Algeri-Orano-Roma-Istanbul: una volta a Fiumicino, o chiedono asilo politico oppure mettono a rischio la stessa sicurezza dello scalo tentando di eludere i controlli e fuggendo in pista".

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