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Voto agli immigrati, la Lega: “E’ contro la democrazia”

Berlusconi: "Una strategia subdola per farsi votare dagli immigrati" MILANO, 27 settembre 2009 – Dare il voto agli immigrati "è un attentato alla democrazia, un esproprio della volontà popolare". A pensarla così è il ministro per la Semplificazione normativa e Coordinatore della Lega Nord, Roberto Calderoli che entra così, con una nota, nel dibattito sulla cittadinanza agli immigrati, con i conseguenti diritti civili, aperto dal presidente della Camera Gianfranco Fini.

"Chi ha responsabilità di Governo ha l’obbligo di garantire i diritti ai propri cittadini e richiederne i doveri, ma siamo certi – domanda Calderoli – prima di pensare alla cittadinanza e al conseguente diritto al voto degli ultimi venuti, di aver garantito compiutamente il diritto al lavoro, alla famiglia, allo studio, alla casa ecc ecc nei confronti di chi, fino ad oggi, si è sentito richiedere più doveri che visto offrire più diritti"? Questo Governo, prosegue l’esponente del Carrocio, "ha fatto tanto, ma ancora tanto c’e’ da fare, soprattutto in un Paese in crisi, ed e’ per me prioritario pensare ai nostri giovani, ai nostri anziani e alle nostre famiglie, e l’ultima emergenza che vedo in questo momento è quella di discutere in tema di cittadinanza e di conseguente diritto al voto per gli ultimi arrivati, che non serve ad altro che a distogliere dai problemi reali".

E dal Pdl il coordinatore nazionale Ignazio La Russa dà ragione al ministro della Semplificazione: "Penso che abbia ragione Calderoli, il voto va dato a chi è cittadino italiano. Poi si tratta di decidere chi è cittadino italiano". Su questo punto infatti era tornato La Russa dicendosi "assolutamente d’accordo con Fini circa la necessità di una riforma della legge sulla cittadinanza. Penso – aveva chiarito però La Russa – che di questo si debba dibattere nelle sedi di partito".

"Penso infatti alla ‘generazione Balotelli’, ai ragazzi e ai bambini che hanno già fatto un ciclo scolastico in Italia e che hanno diritto, se amano il nostro Paese, ad essere italiani. Sono però contrario – sottolinea La Russa – a certe estremizzazioni di alcuni parlamentari che saltando il dibattito interno a un gruppo – ha detto riferendosi alla proposta del parlamentare Fabio Granata – fanno fughe in avanti firmando leggi insieme a quelli dell’opposizione".

Un’apertura che non è piaciuta alla Lega che già con il presidente dei deputati del Carroccio, Roberto Cota aveva sottolineato come "portare avanti il modello di cittadinanza facile è sbagliato perché vorrebbe dire attirare sul nostro territorio milioni di immigrati che noi non possiamo accogliere. La Lega – aveva sottolineato Cota – sente il dovere di rispettare gli impegni presi con la gente che non vuole questo risultato".

”Il ministro Maroni – aggiunge Cota – ha ragione: dato che in Europa c’è la libera circolazione delle persone, la gestione dell’immigrazione e delle richieste di asilo non può essere solo nostra”.

A frenare è stato anche il ministro per l’Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi ricordando che ”il tema della cittadinanza è estraneo al programma del nostro governo e, dunque, non può che imporsi per via parlamentare”.

Spinge invece sull’acceleratore il viceministro allo Sviluppo economico e segretario generale della Fondazione Fare Futuro Adolfo Urso per il quale "è questo il tempo del progetto e delle riforme e deve essere il Pdl a farle proprie dimostrando di essere così il vero grande partito riformatore e modernizzatore del Paese, generoso e coraggioso nel contempo, aperto e innovatore. Le fondazioni – ha ricordato Urso – hanno un ruolo propulsivo ma i partiti devono essere capaci di trasformare le idee in progetti,c’è bisogno di un dibattito aperto, leale e costruttivo e di luoghi di decisione in cui le proposte possano confrontarsi. Peraltro – conclude Urso – le proposte di Fini cominciano a dare i suoi frutti come dimostra il consenso che si sta manifestando nel Pdl e, certamente, nel paese".

Vede invece il dibattito sulla cittadinanza come il ”grimaldello per tentare di scardinare la maggioranza”, il vicepresidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli. "L’operazione – afferma però Napoli – è destinata a sicuro fallimento. Perché la maggioranza ha sufficienti risorse politiche e la necessaria flessibilita’ programmatica per far fronte a questa sfida".

In giornata è intervenuto sul tema anche il premier Berlusconi affermando che a proposito del voto: "Quella della sinistra è una strategia subdola per farsi votare dagli immigrati".

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