Figlio di un egiziano, musulmano, veste la maglia della Nazionale in "un'Italia che è cambiata non solo nel calcio”. E chiede: "Che bisogno c'è di comprare tanti giocatori all'estero?"
Roma – 27 dicembre 2012 – “Sono italiano dalla testa ai piedi, di un'Italia che è cambiata non solo nel calcio”. Parola di Stephan El Shaarawy, stella ventenne del Milan, capocannoniere della serie A e, secondo un sondaggio di Sportal.it tra cento giornalisti sportivi, miglior giocatore di questa prima parte del campionato.
Il bomber, figlio di un egiziano e di un’italiana, nato e cresciuto in Liguria, intervistato oggi da Repubblica chiede: “Che bisogno c'è di comprare tanti giocatori all'estero?”. Con quel suo cognome esotico da qualche mese è anche una delle promesse della Nazionale, che “esprime ormai un Paese diverso”. “Possiamo andare lontano –dice – il primo sogno è il mondiale brasiliano del 2014, nella terra del calcio”.
È un ragazzo che si è dovuto subito fare uomo. "A quattordici anni – racconta – già mi allenavo con la prima squadra del Genoa. Però non credo di avere perso qualcosa: ho realizzato quanto desideravo da piccolo e va benissimo così. E ho continuato a studiare: mi piacerebbe iscrivermi a economia, come mio fratello".
A chi si concentra solo sulla sua vistosa cresta, El Shaarawy suggerisce di “guardare un po' meglio la persona e il giocatore". E intanto si gode le vacanze di Natale: “Un periodo di riposo al caldo, un'occasione per stare insieme, che però non ha significati religiosi: sono musulmano”.