Roma, 19 ottobre 2022 – La legge italiana riconosce il diritto di ogni lavoratore, anche straniero, alla parità di trattamento rispetto al cittadino italiano. Ciò significa che è vietata ogni discriminazione che si fondi sulla nazionalità del lavoratore, che quindi ha pari diritti sia in materia pensionistica che in materia previdenziale ed assistenziale in generale.
Viene infatti definito “sistema di sicurezza sociale” l’insieme di programmi e politiche attuate dallo Stato per garantire la tutela dei propri cittadini, intesi in questo caso tutti i soggetti che lavorano a vario titolo prescindendo dalla nazionalità.
Inoltre, Possono quindi godere dei diritti maturati nell’ordinamento italiano anche in assenza di convenzioni di sicurezza sociale con il Paese di provenienza del lavoratore.
Due le tutele garantite ai lavoratori dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS): la tutela previdenziale (pensioni), che si fonda sul versamento dei contributi, e la tutela assistenziale (es: contributi a sostegno della maternità o per i nuclei familiari) che prescinde dai contributi.
Se il datore di lavoro, che è il soggetto tenuto nel caso di rapporto di lavoro subordinato, non versa i contributi all’Inps, il lavoratore può sempre richiedere le prestazioni previdenziali entro tre anni dalla loro maturazione.
La salute e la sicurezza del lavoratore invece sono tutelati dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail), che garantisce la protezione dei lavoratori proprio nel caso si verifichino tali episodi, istituendo una sorta di assicurazione cui partecipano i soli datori di lavoro.
E’ importante sapere infatti che i lavoratori dipendenti hanno sempre diritto alle prestazioni Inail anche se il datore di lavoro non è in regola con i versamenti
PER APPROFONDIRE:
Articolo realizzato per Stranieri in Italia da: Federica Merlo, avvocato