Il nuovo requisito per i corsi previsto in un decreto del ministero della solidarietà sociale. Scarica il testo
Roma – 28 marzo 2008 – I corsi per formare in patria lavoratori extracomunitari non devono essere a carico dei lavoratori. La partecipazione deve essere gratuita, altrimenti il progetto non potrà essere approvato.
È quanto prevede un decreto pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale, con il quale i ministri della solidarietà sociale e della pubblica istruzione hanno fatto una precisazione importante sulla formazione nei paesi d’origine che, come prevede il testo unico sull’immigrazione, garantiscono a chi li frequenta una corsia preferenziale per lavorare in Italia.
Questi corsi vengono organizzati da enti locali, associazioni di datori di lavoro, sindacati, organismi internazionali o enti e associazioni che operano nel settore dell’immigrazione. Sono ammessi anche i privati, ma solo in collaborazione con uno dei soggetti precedenti e se l’ attività è compatibile con statuto e oggetto sociale.
Nei programmi, che sono approvati dai ministeri del Lavoro, degli Esteri e dell’Istruzione, vanno inseriti anche l’insegnamento dell’Italiano e il superamento di un esame che attesti una conoscenza almeno elementare della lingua. Indispensabile anche dare nozioni di tutela e sicurezza sul lavoro, nonché di educazione civica.
Il decreto pubblicato ieri prevede che nel progetto andranno specificate anche “le fonti di finanziamento che saranno utilizzate per lo svolgimento delle attività, con espressa esclusione di qualsiasi onere, totale o parziale, a carico dei lavoratori dei Paesi d’origine che partecipano alle attività formative”. Un progetto che manca di questo o di altri requisiti “sara’ considerato inammissibile”.
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Elvio Pasca