Il decreto sui nuovi “livelli essenziali di assistenza” ribadisce le regole del Testo unico sull’immigrazione
8 maggio 2008 – Si parla anche di immigrati nel decreto del presidente del consiglio approvato il 23 aprile scorso dedicato ai nuovi “livelli essenziali di assistenza erogati dal Servizio sanitario nazionale”. Il decreto ridefinisce il “paniere” dei servizi e delle prestazioni offerte dal Ssn.
Alcuni articoli sono dedicati all’ “assistenza specifica a particolari categorie”, tra le quali rientrano i “cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea iscritti al Servizio sanitario nazionale” (art. 54) e i “cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea non in regola con il permesso di soggiorno” (art. 55) ribadendo quanto previsto dal Testo Unico sull’immigrazione.
Ai cittadini extracomunitari che hanno in tasca un permesso di soggiorno e, a seconda dei casi, sono iscritti obbligatoriamente o volontariamente al Ssn, viene garantita parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti e doveri rispetto ai cittadini italiani per quanto attiene all’assistenza sanitaria erogata in Italia”. L’assistenza spetta anche “ai familiari a carico regolarmente soggiornanti”.
A chi il permesso non ce l’ha, sono comunque assicurate “le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative, per malattia ed infortunio ed i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva”. In particolare, sottolinea il decreto, sono garantiti:
“a) la tutela sociale della gravidanza e della maternità, a parità di trattamento con le
cittadine italiane;
b) la tutela della salute del minore;
c) le vaccinazioni secondo la normativa e nell’ambito di interventi di campagne di
prevenzione collettiva autorizzati dalle regioni;
d) gli interventi di profilassi internazionale;
e) la profilassi, la diagnosi e cura delle malattie infettive ed eventualmente la bonifica
dei relativi focolai”.
Tutte queste prestazioni verranno erogate gratuitamente a chi non ha risorse economiche sufficienti, “fatte salve le quote di partecipazione alla spesa ( il “ticket” ndr) a parità con i cittadini italiani”.
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Elvio Pasca