La comunità romana cura il parchetto dove sorge la statua di Jose Protacio Rizal, martire dell’indipendenza. Il console Ibayan: “È come un passaggio di testimone”
Roma – 10 gennaio 2012 – Piazza Manila è uno dei punti d’incontro della comunità filippina della Capitale. La domenica e il giovedì pomeriggio (tradizionalmente libero per molti lavoratori domestici) in tanti si riuniscono sotto la statua di Jose Protacio Rizal, il loro eroe nazionale.
I volontari del Philippine Democratic Guardians International Incorporated fanno di più. Come se avessero adottato questo parchetto nel quartiere Flaminio, una volta al mese si armano di guanti, scope e buste e lo ripuliscono. Un modo per onorare Rizal e tenere l’area in ordine anche a vantaggio degli altri cittadini romani.
Jose Rizal (19 giugno 1861 –30 dicembre 1896) è stato un medico, scrittore, poeta , scultore, pittore, oculista, linguista, nazionalista e rivoluzionario. Morì fucilato dagli spagnoli mentre lottava per l’indipendenza delle Filippine dai colonialisti.
Venerdì scorso, il PDGII ha organizzato una commemorazione proprio a piazza Manila, durante la quale è stata deposta una corona alla base della statua ed è stato anche cantato l’inno nazionale con la mano sul petto.
“E’ un onore per noi Filippini a Roma ricordare Jose Rizal in un posto che lui ha ammirato cosi tanto durante il suo viaggio in Europa. Nelle sue lettere spiegò che si sentiva fortunato respirare l’aria che avevano respirato anche gli antichi Romani” ha ricordato Danilo Ibayan, Consule Generale dell’Ambasciata Filippina presso la Santa Sede.
Il Consule Generale dell’Ambasciata Filippina in Italia Grace Fabella ha ringraziato gli organizzatori dell’evento dicendo che “l’ esempio di Rizal è la vostra forza durante la lontananza dal nostro paese. Lui ha passato il testimone alla nostra comunità di migranti, eroi dell’età moderna del nostro paese”.
Durante la celebrazione, il Consigliere aggiunto in Campidoglio Romulo Salvador ha ricordato un aneddoto della vita di Rizal. Mentre era in barca con uno zio, gli cadde un sandalo in mare, ma invece di preoccuparsi gettò in acqua anche l’altro sandalo, dicendo che sarebbe stato più utile se qualcuno li avesse ripescati entrambi.
La commemorazione si è chiusa con la lettura della poesia “Mi ultimo Adios”, scritta da Rizal al Fort Santiago di Manila alla vigilia della sua esecuzione. È un commiato, soprattutto al suo adorabile Paese, al quale scrisse: “Con gioia posso darti la mia vita”.
Pia Eliza Abucay
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