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Regolarizzazione. Nuove speranze per le domande bocciate

Troppo severi i criteri utilizzati da alcune prefetture sulla prova di presenza in Italia. Le pratiche verranno riaperte su domanda degli interessati 

 
Roma – 12 maggio 2015 – A poco meno di tre anni dall’ultima regolarizzazione, per migliaia di immigrati bocciati si riapre la strada verso il permesso di soggiorno. In molti casi, infatti, quelle bocciature erano ingiustificate.
 
Tutto è partito da Brescia, dove c’è stato oltre il 70% di domande respinte, contro una media nazionale che si aggira intorno al 30%. La prefettura ha applicato criteri troppo restrittivi, soprattutto per valutare un requisito: la prova di presenza in Italia “almeno dalla data del  31 dicembre 2011, o precedentemente”  attestata da “documentazione proveniente da organismi pubblici”.
 
Migranti, associazioni e sindacati sono scesi in piazza per mesi, fino a convincere il Ministero dell’Interno a vederci chiaro, chiedendo un parere al Consiglio di Stato. Ora il parere è arrivato e interpreta in maniera estensiva la legge sulla regolarizzazione, così, a richiesta degli interessati, si potranno riaprire le pratiche ingiustamente bocciate. A Brescia, ma anche nel resto d’Italia. 
 
Innanzitutto, è stato chiarito che la presenza in Italia andava dimostrata sì, “almeno dal 31 dicembre 2011”, ma senza un limite antecedente. Quindi, per esempio, andava bene anche una prova risalente al  2010 o al 2009,  e hanno sbagliato le prefetture che, come a Brescia, hanno considerato utili solo le prove relative all’ultimo semestre del 2011.  
 
Il Consiglio di Stato ha poi confermato un’interpretazione piuttosto larga di “organismi pubblici”: cioè “strutture organizzate” o “persone fisiche  giuridiche che per delega incarico, affidamento o cessione svolgono funzioni, attività, servizi pubblici o di interesse pubblico”.  E ha spiegato quindi che, per esempio, i certificati rilasciati dai medici di base o convenzionati vanno considerati una prova valida. 
 
Così il ministero dell’Interno  lo scorso 4 maggio ha mandato una circolare a tutte le prefetture, invitandole ad adeguarsi. Come? Dovranno “riesaminare, su istanza delle parti interessate” e “in via di autotutela”,  le domande bocciate in base a criteri che si discostano da quell’interpretazione. La regolarizzazione, quindi, non è ancora finita. 
 
 
Stranieriinitalia.it
 
 
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