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Romano d’Ezzelino (Vicenza): Aiuti economici ai disoccupati, ma non agli stranieri

L’assessore Valdegamberi (Udc): "Con la Lega saranno carne da macello" ROMA, 20 gennaio 2010 – Stanno facendo discutere le misure anticrisi deliberate il 30 dicembre scorso dalla giunta di Romano d’Ezzelino, comune in provincia di Vicenza, che ha deciso di aiutare i disoccupati, tramite lavori a progetto e vaucher dell’Inps, a patto, però, che siano italiani e preferibilmente residenti sul territorio da diversi anni.

Per ciò che riguarda gli stranieri che hanno perso il lavoro e non lo trovano nei tempi stabiliti dalla Bossi Fini "devono andare a casa" spiega l’assessore leghista Massimo Ronchi.

"Anche il Pdl si sta leghizzando – afferma l’assessore regionale ai Servizi sociali Stefano Valdegamberi (Udc). Quello che ha fatto il sindaco di Romano d’Ezzelino è la dimostrazione dell’adeguamento agli ordini leghisti. Io sono contrario alle discriminazioni: gli stranieri sono persone come i veneti. Queste non sono altro che le prime avvisaglie del prossimo Veneto dove, con la Lega che comanda, gli stranieri saranno carne da macello".

Secondo ministro leghista Luca Zaia, candidato per il centrodestra alla presidenza della Regione "Con poche risorse a disposizione la priorità va ai cittadini italiani e quando dico cittadini italiani mi riferisco anche a quegli stranieri che sono diventati nostri connazionali a tutti gli effetti. Quelli che devono tornare a casa sono i clandestini, cioè chi non ha diritto a restare sul territorio. Quanto agli stranieri disoccupati non è che a priori non debbano poter avere dei sussidi. Ma li possono avere solo se avanza qualcosa".

"Quelli adottati dal Comune di Romano d’Ezzelino – spiega l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan (Pdl) – sono strumenti che la Regione ha messo a disposizione degli enti locali. In linea di principio, viste le ristrettezze economiche del momento, condivido il prima ai veneti. Quello che non condivido è il modo di liquidare la questione degli immigrati dicendo semplicemente che devono tornare a casa loro. Questi sono spot che nulla hanno a che vedere con il senso delle istituzioni. Fermo restando che la salvaguardia della regolarità è imprescindibile, un Comune non può dire agli stranieri senza lavoro che si arrangino".

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