L’analisi del XIX Rapporto nazionale sulle migrazioni 2013. Blangiardo: “Pausa di riflessione favorirà l’integrazione”
Milano – 10 dicembre 2013 – “Il persistere della crisi economica ha indubbiamente tolto vivacità al fenomeno migratorio in Italia”. È l’analisi della Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità), che ha presentato oggi a Milano il XIX Rapporto nazionale sulle migrazioni 2013.
Al 1° gennaio 2013 la popolazione straniera in Italia è stimata dall’Ismu in 4 milioni 900mila persone, compresi 294 mila immigrati irregolari, con un aumento di 275mila unità (+6%) rispetto all’anno precedente. Un incremento che a prima vista può sembrare consistente ma che è dovuto per più della metà a fattori interni che non dipendono dalla mobilità, quali il saldo naturale (74 mila unità alimentate dalle 80mila nascite) e i recuperi censuari (72mila stranieri che non erano stati contabilizzati dal Censimento del 2011).
Non a caso, i nuovi permessi di soggiorno rilasciati per motivi di lavoro a soggetti extra-Ue sono stati in tutto 67mila durante il 2012, quasi dimezzati rispetto al 2011. Nel 2012 i disoccupati stranieri sono 380mila, 72mila in più (+25%) rispetto al 2011. Il più drastico calo di occupati stranieri si registra nell’industria e nell’edilizia: le assunzioni programmate nel 2012 si sono ridotte a un quarto rispetto a quelle del 2007, passando da 227.580 a 60.570, per oltre due terzi concentrate nei servizi e nel turismo.
L’Ismu segnala inoltre che sono sempre di più gli stranieri che lasciano l’Italia: in base alle revisioni censuarie dell’Istat, Ismu stima che nel 2011 siano circa 200mila gli stranieri che hanno spostato la loro residenza all’estero (nel 2010 la stima rivista dall’Istat ne indicava già più di 200mila). E suppone che anche nel 2012 il numero dei trasferimenti sia stato altrettanto consistente.
Nei prossimi anni, prevedono i ricercatori, assisteremo a un progressivo rallentamento dei ritmi di crescita della popolazione straniera presente in Italia: il tasso medio annuo dovrebbe infatti ridursi dall’attuale 7% (2011-2014), all’1,3% circa nel 2030-2034. Per cui nel 2020 gli immigrati residenti saranno oltre 7 milioni, mentre nel 2035 poco meno di 10.
Secondo Gian Carlo Blangiardo, demografo dell’Università di Milano, la frenata dell’immigrazione potrebbe migliorare l’integrazione di chi è già qui.
“Se anche è prematuro affermare che sia finito un ciclo e che si stia andando in via definitiva verso un modello di immigrazione meno “d’assalto” e più conseguente a progetti di vita “maturi e consapevoli”, è innegabile – sostiene Blangiardo – che la pausa di riflessione che stiamo vivendo potrà contribuire (per lo meno) ad attenuare alcune problematiche nel panorama migratorio italiano e forse potrà anche aiutare a rendere più sostenibile un’efficace azione volta a favorire i processi di integrazione dei lavoratori stranieri e, soprattutto, dei loro familiari”.
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Ismu XIX Rapporto nazionale sulle migrazioni 2013. (sintesi)