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Le case valgono di più grazie agli immigrati

Bankitalia: richiesta ha  fatto salire di 60 miliardi la ricchezza immobiliare. I quartieri "etnici" non si deprezzano Roma – 15 dicembre 2009 – La richiesta di case da parte degli immigrati ha fatto crescere il valore degli immobili del 2% in cinque anni (2002-2007), facendolo aumentare di 60 miliardi. E’ quanto emerge dal rapporto di Bankitalia "L’andamento del mercato immobiliare italiano e i riflessi sul sistema finanziario".

Il rapporto sottolinea che le compravendite che hanno avuto come acquirente un lavoratore straniero sono aumentate del 22,7% tra il 2004 e il 2007, quando sono giunte a rappresentare quasi un quinto delle negoziazioni complessive. Analisi econometriche svolte a livello comunale indicano che nel periodo 2002-07 la richiesta di case da parte degli immigrati ha esercitato una pressione al rialzo sulle quotazioni immobiliari di entità simile a quella attribuibile alla domanda da parte di nativi.

In particolare, si stima che, a parità delle altre condizioni, la domanda proveniente dagli immigrati abbia contribuito ad accrescere i prezzi delle abitazioni (in termini nominali) di circa il 2% nel complesso del periodo. Per effetto dell’immigrazione, si stima che la ricchezza immobiliare detenuta dalle famiglie italiane sarebbe cresciuta nel periodo considerato di circa 60 miliardi di euro.

Questo risultato, si sottolinea, non deriva da andamenti dei prezzi delle case eterogenei tra diverse zone, che potrebbero aver determinato una redistribuzione di ricchezza e avvantaggiato alcuni cittadini a danno di altri. L’incremento dei prezzi associato alla domanda da parte degli immigrati tende infatti a essere più pronunciato nelle zone semicentrali e periferiche, dove si concentra la presenza di immigrati, rispetto a quelle centrali e sub urbane.

In Italia, si afferma nel rapporto, "non trova pertanto conferma l’ipotesi, esaminata in letteratura, secondo cui l’afflusso di immigrati in un quartiere comporterebbe un deprezzamento del patrimonio immobiliare locale, in quanto indurrebbe i nativi a spostare la residenza altrove".

I flussi migratori avrebbero esercitato una spinta al rialzo anche sui canoni di locazione, provocando un incremento dell’ordine dell’1% nel complesso del quinquennio 2002-07. L’impatto sarebbe stato accentuato in grandi città come Milano e Roma (2,3% e 1,7% rispettivamente).

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