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Media etnici: potenti strumenti di welcome marketing

Sulla copertina del best seller americano del multicultural marketing, "Shopping for Identity – The Marketing of Ethnicity", spiccano tra le testate rivolte agli immigrati d’America Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport.

Milena è una rumena di 45 anni in Italia da oltre dieci anni. Tutti i giorni legge Il Messaggero, il venerdì non perde l’uscita di Gazeta Romaneasca e alla sera col satellite segue la tv nazionale rumena Pro Tv International.

Due aneddoti che dovrebbero risultare sufficienti per convincerci a superare quei pregiudizi largamente diffusi che considerano i media etnici privi di valore culturale e prevalentemente rivolti ad un pubblico dal basso livello intellettuale e dalla scarsa conoscenza della lingua e della cultura italiana, utili esclusivamente nella fase di primo inserimento dei migranti. Pregiudizi ampiamente smentiti dalle ricerche sinora condotte sugli immigrati in Italia (Assirm 2003, Università di Firenze/Swg 2003 e Cnel 2004) che hanno sottolineato come i media dei paesi di origine al pari dei media prodotti in Italia dai migranti, i cosiddetti "media di immigrazione", e dei "media per l’immigrazione", prodotti da italiani ma ad essi rivolti, svolgano una funzione non alternativa ma complementare a quella dei media tradizionali.

Anche il "Manifesto europeo dei media multiculturali", promosso nel 2005 dall’azione comunitaria "More Color in the Media", ha loro riconosciuto il ruolo di servizio di interesse pubblico a supporto dei mezzi di comunicazione "mainstream" e di mediazione tra le comunità migranti e la comunità di accoglienza.

I media etnici o multiculturali si stanno confermando in Italia, così come è accaduto negli Usa, come gli strumenti più efficaci ed efficienti di accoglienza dei new comers. Sono prodotti welcome: accolgono i migranti e li servono con competenza, empatia e dedizione. In essi i nuovi italiani trovano informazione e servizio ma anche comunità, cultura, e identità.

I media multiculturali non sono realtà isolate ma anzi sono parte di un complesso sistema comunicativo che accoglie il migrante in Italia. Un sistema fatto di giornali, riviste, libri, siti internet, radio, televisioni, sms, affissioni e micro-affissioni, eventi, fiere ma anche, e soprattutto, di relazioni interpersonali di rete corta attivate con gli amici e i parenti in Italia e di rete lunga tessute con le comunità d’origine.

Tali media sono lo strumento più visibile e colorato del network etnico che contribuisce al successo dell’esperienza migratoria, all’avvio di attività imprenditoriali, al successo scolastico e professionale delle seconde generazioni. Reti etniche simili a quelle che hanno consentito lo sviluppo negli Usa della Silicon Valley in cui le aziende più innovative (Intel, Sun Microsytem e Yahoo!) sono state fondate da migranti. I media etnici sono l’espressione più alta di quella cultura dell’immigrazione che negli Usa viene riconosciuta come l’innovazione radicale (la "killer application") in grado di creare i distretti della creatività economica.

Sono pertanto il mezzo ideale per veicolare con efficacia e a basso costo le comunicazioni pubbliche (giuridiche, burocratiche, sanitarie, scolastiche, ecc.) e non solo dedicate alle comunità migranti. Utilizzati nell’ambito di una campagna equilibrata e plurale dedicata agli appartenenti alle etnie minoritarie, i media etnici hanno tutte le potenzialità per interagire positivamente con gli altri media e raggiungere il target a costi e tempi ridotti, con maggior efficacia ed efficienza.

(20 marzo 2006)

 

Enzo Mario Napolitano
Etnica, la scuola per l’economia interculturale
www.etnica.biz
scuola@etnica.biz

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