Il rapper dedica a Napolitano un brano e un appello per le seconde generazioni: “Vogliamo i nostri diritti, non chiediamo un favore”
Roma – 18 dicembre 2012 – Anche questa legislatura si chiude senza una riforma della cittadinanza? Il rapper Amir non si arrende e manda un messaggio al nostro Presidente della Repubblica.
"Più di mezzo milione di persone che vivono nascoste in questa nazione. Vogliamo i nostri diritti non chiediamo un favore. Ius soli, ius sanguinis non fa la differenza, parlo di esseri umani che usano l'intelligenza. Caro presidente una mano sulla coscienza, se la sfida è il futuro abbiamo perso in partenza".
Sono le parole del suo ultimo brano, "Caro presidente". Un messaggio forte e chiaro a sostengo dell'appello online in cui l'artista, figlio di un egiziano, si fa portavoce del mezzo milione di ragazzi e ragazze nati in Italia da genitori stranieri, che fino alla maggiore età saranno solo italiani di fatto, ma non di diritto.
L'mc romano sollecita Giorgio Napolitano a tornare sul tema del diritto d'acquisizione della cittadinanza alla nascita per i figli d'immigrati, durante il consueto discorso di fine anno del Presidente.
Samia Oursana