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Ricercatori, lavoratori qualificati e studenti. Le novità di “Destinazione Italia”

Per attrarre talenti dall'estero, è stato modificato il Testo Unico sull’Immigrazione. I ministeri dell’Interno e del Lavoro spiegano come. Scarica la circolare

Roma – 18 marzo 2014 – Il decreto Destinazione Italia diventato legge lo scorso febbraio, vorrebbe rendere il nostro Paese più attraente per i talenti stranieri.

Alcune misure sono “a scoppio ritardato”, come le facilitazioni per i visti di ingresso e permessi di soggiorno che dovranno essere definite dal governo, ma ci sono anche  modifiche al Testo Unico sull’Immigrazione già operative. Sono tutte illustrare in una circolare congiunta diffusa ieri dai ministeri dell’Interno e del Lavoro.

Innanzitutto, la legge facilita gli ingressi per ricerca scientifica, che già avvengono al di fuori delle quote del decreto flussi annuale sulla base di convenzioni stipulate tra ricercatore ed ente di ricerca. D’ora in poi, le risorse mensili dichiarate dalla convenzione possono arrivare non solo dall’istituto di ricerca, ma anche “dal sostegno finanziario dell’Unione Europea, di un’organizzazione internazionale, di un altro istituto di ricerca o di un soggetto estero ad esso assimilabile”.

Agevolazioni anche per i ricongiungimenti dei ricercatori: per  portare in Italia i loro familiari non devono più dimostrare l’idoneità dell’alloggio. Infine, quelli che chiedono il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo  non sono tenuti a sostenere il test di lingua italiana.

Altre novità riguardano l’ingresso e soggiorno in Italia di lavoratori altamente qualificati, ai quali viene rilasciato il permesso chiamato carta blu.

Tra i requisiti, ci sono un “titolo di istruzione  superiore  rilasciato  da  autorità competente  nel  Paese  dove  e'  stato  conseguito  che  attesti  il completamento di un percorso di istruzione superiore di durata almeno triennale” e “ una qualifica  professionale  superiore”. Prima della modifica introdotta dal decreto destinazione Italia, la legge parlava della “relativa qualifica superiore”.

Il titolo di istruzione superiore è stato quindi svincolato dalla qualifica professionale. “Non sarà, pertanto, più necessario per i lavoratore–spiega la circolare – acquisire la certificazione di conformità da parte del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ma sarà, pertanto, sufficiente la dichiarazione di valore relativa al titolo di studio estero, che sarà effettuata presso al competenze Rappresentanza Diplomatica Italiana del Paese di residenza dello straniero”.

È stato poi ribadito per legge, mentre prima c’era solo un’interpretazione contenuta in una circolare, che ogni master universitario  permette di convertire un permesso per motivi di studio in un permesso per motivi di lavoro (se c’è un’offerta di impiego) o per attesa occupazione. Prima la legge prevedeva questa possibilità solo per chi aveva conseguito un master di secondo livello.

Infine, nella circolare si ricorda che è stato abrogato il decreto annuale con il numero massimo di visti di ingresso e dei permessi di soggiorno per l’accesso all’istruzione universitaria degli studenti stranieri residenti all’estero. Una sorta di decreto flussi le cui quote, in realtà, risultavano sempre superiori alle aspiranti matricole.

EP
 

Scarica la circolare congiunta dei ministeri dell'Interno e del Lavoro

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