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Migranti. Meloni: “Sì alla stretta sulla protezione speciale”

Roma, 17 aprile 2023 – Il governo italiano si appresta a varare un nuovo decreto che andrà a limitare ulteriormente la protezione speciale, un regime giuridico introdotto nel 1998 per offrire una particolare tutela a coloro che, pur non avendo diritto al riconoscimento dello status di rifugiato, necessitano di una protezione a causa della situazione di vulnerabilità in cui si trovano. Il decreto è stato oggetto di discussione nei giorni scorsi e ha sollevato molte critiche, sia all’interno che all’esterno del Parlamento.

La maggioranza di governo, che sostiene la premier Meloni, sembra determinata a limitare l’uso della protezione speciale, vista come una delle principali vie per ottenere un permesso di soggiorno. In questo senso, il decreto introduce nuove restrizioni e limita la possibilità di trasformare la protezione speciale in un permesso di lavoro. Il decreto prevede anche una nuova categoria di protezione per evitare i rientri in patria per i matrimoni combinati e i fenomeni delle “spose-bambine”.

L’obiettivo dichiarato del governo, come ribadito anche dalla premier durante la sua visita in Etiopia, è quello di eliminare la protezione speciale e rimettersi in linea con gli altri paesi dell’Unione Europea. Tuttavia, questo obiettivo sembra essere ostacolato dalle critiche delle opposizioni e dalle preoccupazioni del Quirinale.

Il Partito Democratico ha definito il decreto una vergogna e ha espresso la propria opposizione. Anche la Lega, che ha in passato promosso la cancellazione della protezione speciale, ha espresso alcune riserve sull’attuale decreto. In ogni caso, il decreto è stato approvato dalla maggioranza di governo e sarà presto sottoposto al voto dell’Aula del Senato.

Il Quirinale, nel frattempo, sta seguendo con attenzione il dibattito sul decreto e la portata delle restrizioni che esso prevede. Il presidente Mattarella sembra rispettoso dell’autonomia del Parlamento e intende essere fedele ai propri compiti istituzionali di controllo e garanzia. In questo senso, sembra improbabile un suo intervento diretto sul testo del decreto, a meno che non emergano profili di incostituzionalità o di violazione dei trattati internazionali.

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