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Cinquemila euro per non finire in un Cpr: ecco quanto vale per Meloni la libertà dei migranti

Roma, 22 settembre 2023 – La libertà di un migrante per il governo Meloni vale cinquemila euro. Il decreto attuativo firmato dai ministri dell’Interno Piantedosi, della Giustizia Nordio e dello Sviluppo economico Giorgetti è stato pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale, e prevede appunto una sorta di “cauzione” per evitare ai migranti di essere trattenuti all’interno dei Cpr.

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Migranti, cinquemila euro per la libertà

I cinquemila euro, quindi, consentirebbero ai migranti di non finire nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio, luoghi destinati a coloro che, secondo lo Stato, provengono da Paesi considerati “sicuri”. E che quindi non si vedrebbero mai riconoscere la protezione internazionale. Di base, infatti, i Cpr sono luoghi ideati per ospitare i migranti in attesa dell’esame delle loro richieste di asilo e, più che altro, del possibile rimpatrio. Secondo il governo Meloni, infatti, la maggior parte dei profughi che arriva sulle coste italiane non ha i requisiti per rimanere o per ottenere la protezione. Perciò si sta mettendo in piedi un sistema di rimpatri che, a conti fatti, economicamente parlando sarà impossibile da rispettare. Intanto, però, si cerca comunque di dimostrare il famoso pugno duro di cui si è tanto vantato con i suoi elettori e nell’Unione europea.

Tornando alla misura, questa “cauzione” di cinquemila euro permette a coloro che possono pagarla di rimanere liberi mentre attendono l’esito della procedura legale. Tuttavia, c’è una clausola importante: se ricevono un diniego delle loro richieste e un ordine di espulsione e successivamente non si presentano per il rimpatrio, perderanno il diritto a riavere i cinquemila euro. Questo sistema è stato oggetto di discussioni e critiche, con alcune voci che lo hanno paragonato a una sorta di “pizzo di Stato“. Inoltre, aggiunge ulteriori oneri finanziari a quelli già affrontati dai migranti nel loro tentativo di raggiungere l’Europa, rendendo il processo ancora più costoso e complesso.

Secondo il decreto, la garanzia finanziaria, fissata a 4.938 euro, deve coprire le spese per un periodo massimo di trattenimento di quattro settimane nei Cpr, la somma necessaria per il rimpatrio e i mezzi minimi di sussistenza per il migrante durante questo periodo. Inoltre, deve essere fornita attraverso una fideiussione bancaria o una polizza fideiussoria assicurativa ed è un obbligo individuale, il che significa che non può essere fornita da terzi. Infine, deve essere prestata entro un determinato termine dopo le procedure di identificazione. Nel caso in cui lo straniero dovesse allontanarsi in modo improprio o non dovesse rispettare le condizioni stabilite, il prefetto del luogo in cui è stata prestata la garanzia finanziaria procederà a richiedere la cifra. Le somme raccolte in questo modo verranno destinate alle entrate del bilancio dello Stato.

La misura ha suscitato preoccupazioni in merito all’accesso ai diritti fondamentali dei migranti e alla creazione di ulteriori barriere finanziarie per coloro che cercano asilo o una vita migliore in Europa. Alcuni, infatti, sostengono che potrebbe rendere ancora più complessi i processi di integrazione e inclusione dei migranti nella società italiana.

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