Roma, 2 febbraio 2024 – Un nuovo drammatico episodio si è verificato ieri sera nelle acque al largo di Lampedusa, quando un barchino di circa otto metri è affondato, mettendo a repentaglio la vita di numerosi migranti. La Guardia costiera è intervenuta prontamente, riuscendo a trarre in salvo 49 persone, ma il racconto dei superstiti ha evidenziato la mancanza di due migranti, attualmente dati per dispersi. Per questo le operazioni di ricerca sono ancora in corso, con la speranza di ritrovare eventuali superstiti.
Migranti, barchino naufragato a largo di Lampedusa
I migranti soccorsi ieri sera dalla Guardia costiera, in prevalenza cittadini bengalesi, ivoriani, guineani e senegalesi, sono stati trasferiti nel centro di accoglienza di Lampedusa. Tuttavia, la situazione sull’isola è già tesa, con circa 500 migranti presenti nell’hotspot. Per questo la prefettura di Agrigento, in collaborazione con il ministero dell’Interno, ha disposto il trasferimento di 350 persone, di cui 180 partiranno in mattinata con un traghetto diretto a Porto Empedocle, seguite da altri 170 migranti nel pomeriggio con un volo. Tra l’altro, solo nelle ultime ore, Lampedusa ha registrato diversi sbarchi. Subito dopo il naufragio del barchino di otto metri, la Guardia costiera ha soccorso un’altra imbarcazione con a bordo 72 migranti provenienti da diverse nazionalità. I naufraghi hanno riferito di essere partiti da Zuara, in Libia. E hanno pagato una somma considerevole per la pericolosa traversata e di essere stati poi abbandonati alla deriva.
Quest’ultimo incidente si aggiunge a una serie di tragedie che hanno caratterizzato l’inizio del 2024 nel Mediterraneo centrale e orientale. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), quasi 100 persone hanno perso la vita o sono scomparse durante il tentativo di attraversare il mare per raggiungere l’Europa. Un bilancio allarmante, il doppio di quanto registrato nello stesso periodo del 2023, un anno già segnato da cifre tragiche. Analizzando questi numeri, Amy Pope, direttrice generale dell’Oim, ha sottolineato la necessità di un approccio globale che includa percorsi sicuri e regolari per proteggere sia i migranti che gli Stati. “Anche una sola morte è di troppo”, ha infatti dichiarato, evidenziando l’urgenza di una soluzione più umana e sostenibile per affrontare la crisi migratoria.
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