Roma, 16 aprile 2024 – In un momento in cui il dibattito sulla politica migratoria in Italia continua a infiammare le coscienze e dividere le opinioni, una delegazione della Cgil di Potenza ha recentemente espresso un forte monito contro ciò che definiscono una politica che calpesta i diritti umani fondamentali. La visita al centro di Palazzo San Gervasio ha rivelato una realtà inaccettabile: i Centri di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) non solo falliscono nel garantire il diritto d’asilo, ma spesso privano i migranti dei loro diritti più basilari, relegandoli in condizioni disumane.
Il segretario della Cgil potentina, Vincenzo Esposito, ha condannato energicamente questa situazione, sottolineando che i Cpr sono il risultato di una politica migratoria che si concentra esclusivamente sul controllo e il contenimento, trascurando i principi fondamentali di accoglienza e inclusione. Questa visione, distorta e limitata, ignora la realtà delle persone che arrivano sulle nostre coste: non sono semplici stranieri, ma individui con diritti che devono essere rispettati.
Il rischio di una mancanza di strategia è evidente, come dimostra il caso di Palazzo San Gervasio, dove si rischia di creare ghetti e alimentare il disagio sociale anziché favorire un’integrazione armoniosa. L’accoglienza dei migranti non può rimanere un tema esclusivo del ministero dell’Interno; al contrario, deve diventare un obiettivo condiviso da tutti gli attori coinvolti, compresi Governo, Regioni, Comuni, terzo settore e sindacati.
La vera sfida consiste nel considerare i migranti non solo come individui da controllare, ma come potenziali membri attivi della società italiana. Questo implica non solo garantire loro i diritti fondamentali, ma anche fornire loro i servizi necessari per integrarsi pienamente nella comunità. Inoltre, coinvolgere i migranti nella rigenerazione economica e sociale delle aree marginalizzate potrebbe rappresentare un’opportunità per valorizzare territori spopolati e trascurati.
Il richiamo della Cgil di Potenza è chiaro: è necessario un cambiamento radicale nella politica migratoria italiana, basato sui principi dell’umanità, dell’accoglienza e dell’inclusione. È tempo di abbandonare le politiche discriminatorie e di adottare approcci che rispettino pienamente i diritti umani e favoriscano una società più giusta e solidale per tutti.