Roma, 1 luglio 2024 – Il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato ieri una decisione con cui proroga, fino al 4 marzo 2026, la protezione temporanea concessa a oltre 4 milioni di ucraini in fuga dalla guerra di aggressione russa.
Il meccanismo di protezione temporanea è stato avviato il 4 marzo 2022, pochi giorni dopo l’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte delle forze armate russe, e la sua scadenza era fissata al 4 marzo 2025. La decisione di proroga adottata ieri non modifica la decisione del marzo 2022 per quanto riguarda le categorie di persone cui si applica la protezione temporanea.
Cos’è la protezione temporanea?
La protezione temporanea fornisce protezione immediata e collettiva a un ampio gruppo di sfollati che arrivano nell’UE e che non sono in grado di tornare nel proprio paese di origine.
Il sistema alleggerisce la pressione sui sistemi nazionali di asilo, in quanto le domande non devono essere esaminate individualmente. Le persone che beneficiano della protezione temporanea godono degli stessi diritti in tutta l’UE. Tra questi diritti rientrano:
il soggiorno
l’accesso al mercato del lavoro e agli alloggi
l’assistenza medica
l’assistenza sociale
l’accesso all’istruzione per i minori
La normativa dell’UE in materia di protezione temporanea stabilisce norme minime di protezione. Il livello effettivo di assistenza può variare da uno Stato membro all’altro.
Prossime tappe
Secondo le rispettive procedure nazionali, gli Stati membri potrebbero dover adottare ulteriori atti di esecuzione per formalizzare la proroga.
Informazioni generali
La protezione temporanea è un meccanismo UE di emergenza che viene attivato in circostanze eccezionali di afflusso massiccio di rifugiati. La direttiva dell’UE sulla protezione temporanea è stata adottata nel 2001, a seguito degli sfollamenti su larga scala a causa del conflitto armato nei Balcani occidentali, in particolare in provenienza dalla Bosnia-Erzegovina e dal Kosovo. È stata attivata per la prima volta in risposta all’invasione russa dell’Ucraina.
Fonte: Consiglio dell’UE/Integrazione Migranti