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Matteo Salvini assolto nel caso Open Arms: “Ha vinto l’Italia”

Roma, 21 dicembre 2024 – Dopo un processo durato tre anni, la seconda sezione penale del Tribunale di Palermo, presieduta dal giudice Roberto Murgia e con i giudici a latere Andrea Innocenti ed Elisabetta Villa, ha assolto Matteo Salvini dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. La sentenza, giunta dopo otto ore di camera di consiglio, ha chiuso uno dei casi giudiziari più discussi degli ultimi anni, legato al blocco della nave Open Arms nell’agosto del 2019.

Il verdetto e la reazione di Salvini

Alla lettura della sentenza, Matteo Salvini ha abbracciato la compagna Francesca Verdini, visibilmente commossa, e ha commentato con soddisfazione: “Ha vinto l’Italia”. L’ex Ministro dell’Interno rischiava una condanna a sei anni di reclusione, una pena richiesta con fermezza anche durante l’ultima requisitoria dai pubblici ministeri Marzia Sabella, Geri Ferrara e Giorgia Righi.

Le accuse e il processo

I magistrati avevano sostenuto che, nell’agosto del 2019, Matteo Salvini – allora Ministro dell’Interno – avesse violato i suoi doveri istituzionali negando alla nave dell’ONG Open Arms un place of safety, ossia un porto sicuro, per i 147 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia. Secondo l’accusa, questa decisione aveva configurato i reati di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio.

Durante tutto il processo, Salvini ha sempre difeso le proprie scelte, ribadendo: “Rifarei tutto, ho difeso i confini dai clandestini”. Anche questa mattina, prima dell’udienza finale, il leader della Lega ha riaffermato con fermezza la sua posizione.

Un processo dal forte impatto politico

La vicenda Open Arms non è stata solo un caso giudiziario, ma anche un evento di grande rilevanza politica e mediatica. La decisione del Tribunale di Palermo rappresenta non solo una vittoria personale per Matteo Salvini, ma anche un punto fermo in un dibattito più ampio sul ruolo della politica nella gestione dei flussi migratori e sui limiti delle decisioni discrezionali dei ministri.

Le reazioni e le prossime sfide

La presenza del procuratore capo di Palermo, Maurizio de Lucia, alla lettura della sentenza, ha sottolineato l’importanza e la delicatezza del caso. Ora, con l’assoluzione definitiva, Salvini guarda al futuro con rinnovata determinazione, mentre il dibattito sull’immigrazione e sulla gestione delle emergenze umanitarie resta aperto più che mai.

La sentenza, oltre a chiudere un capitolo complesso della politica italiana, segna un precedente significativo per i futuri equilibri tra potere giudiziario e potere esecutivo nel nostro Paese.

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