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Lavoro

I casi di discriminazione razziale in ambito lavorativo si manifestano principalmente con riferimento alle ipotesi di mobbing, di difficoltà di accesso al lavoro, di condizioni lavorative particolarmente gravose, di licenziamento in contrasto con le norme di tutela dei lavoratori ed infine con le difficoltà di relazione con i colleghi.

Le difficoltà di accesso al lavoro sono spesso collegate alla richiesta della cittadinanza italiana sia in relazione al pubblico impiego che al lavoro privato; requisito questo che è stato concordemente valutato come elemento discriminante anche qualora si presenti sottoforma di richiesta di conoscenza della lingua italiana come madrelingua. In particolare, si ritiene che il requisito della cittadinanza italiana possa essere giustificabile solo relativamente a posti di lavoro nelle amministrazioni pubbliche che comportino l’esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri.

Con riguardo sempre all’accesso al lavoro, si manifestano comportamenti discriminatori quando per incrociare le domande e le offerte di lavoro vengono pubblicati su giornali cartacei o pagine web annunci di ricerca di personale che escludono alcune categorie di persone (extra-comunitari, colore della pelle…)

I casi di mobbing riguardano le violenze verbali (offese, diffamazioni ed insinuazioni), fisiche e psicologiche nei luoghi di lavoro, che si protraggono per lungo tempo; possono verificarsi nel rapporto tra colleghi o tra superiori e subordinati, in quest’ultimo caso spesso per i subordinati le conseguenze più frequenti consistono in demansionamenti e in orari di lavoro particolarmente gravosi o per i quali non è previsto il godimento di permessi per motivi di salute, familiari ecc.

LUOGO COMUNE: i lavoratori stranieri limitano le possibilità di accesso al lavoro per gli italiani?
Si tratta di uno stereotipo che non corrisponde alla verità, per i seguenti motivi:
1.    la quantità di offerta di lavoro è strettamente dipendente dalla situazione economica. In tempi di sviluppo economico una buona parte delle offerte di lavoro vengono intercettate dagli stranieri perché disponibili ad accettare qualsiasi tipologia di lavoro;
2.    gli italiani non sono disposti ad esercitare specifiche tipologie di professioni (colf, collaboratrici domestiche, settore turistico ed alberghiero e settore edile), perché molto faticose e poco remunerative.

giurisprudenza di riferimento:


in merito al requisito della cittadinanza italiana come criterio di accesso al lavoro cfr. Corte di Cassazione, SSUU, sentenza n. 6172, del 7 marzo 2008; Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza n. 24170, del 13 novembre 2006; Tribunale di Bologna, ordinanza del 7 settembre 2007; Tribunale di Firenze, ordinanza del 14 gennaio 2006 (partecipazione di un cittadino marocchino a un concorso pubblico bandito dall’Università degli Studi di Firenze); Tribunale di Imperia, sentenza del 12 settembre 2006; Tribunale di Perugia, ordinanza 6 dicembre 2006 (esclusione di una cittadina iraniana dalle graduatorie per un concorso pubblico per dirigente medico presso ASL di Perugia); Tribunale di Genova, ordinanza 21 aprile 2004; Corte di Appello di Firenze, ordinanza n. 281, del 2 luglio 2002 (esclusione di un cittadino albanese dalla partecipazione ad un concorso pubblico per operatori tecnici addetti all’assistenza ospedaliera per difetto del requisito della cittadinanza italiana); TAR Toscana, sentenza n. 38, del 25 ottobre 2002; TAR Liguria, sentenza n. 129, del 13 aprile 2001;

in merito alla richiesta di iscrizione nell’elenco dei lavoratori invalidi civili, da avviare obbligatoriamente al lavoro ai sensi della legge 482/68, da parte di un rifugiato politico, Corte Costituzionale, sentenza n. 454, del 30 dicembre 1998;

assunzione di lavoratore extracomunitario senza il tramite dell’ufficio di collocamento, Cassazione Civile, SSUU, sentenza n. 62, del 30 marzo 2000. 

Comitato per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale, parere 29 settembre 1988, ricorso 1/1984, A. Yilmaz Dogan c. Paesi Bassi, licenziamento di una donna straniera incinta

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