Critiche internazionali sulla gestione rom verso l’Italia e la Francia
Roma, 16 settembre 2010 – Continua la querelle internazionale sulla questione rom tra Francia e Unione Europea, anche se, dopo l’appoggio del governo italiano alle politiche di Sarkozy, il fronte contrario si allarga anche agli Stati Uniti.
La commissione Europea è molto preoccupata delle politiche anti-immigrazione intraprese dalla Francia e teme che questa onda di un rinnovato sentimento xenofobo possa portare "un forte desiderio di sgomberi che dalla Francia potrebbe contagiare molti altri paesi europei".
Primo fra tutti proprio l’Italia che già nei gironi scorsi era stata richiamata da Bruxelles per le misure contro i Rom. Un asse, quello Roma-Parigi, che la Commissione vuole bloccare prima che sia troppo tardi.
Infatti sia la Malmstrom e la Reding (rispettivamente vicepresidente della commissione europea e responsabile della giustizia) hanno ascoltato le rassicurazioni di Besson ma hanno voluto comunque precisare: “Ricordatevi che la direttiva del 2004 sulla libera circolazione dei cittadini comunitari prevede esplicitamente che qualsiasi misura di espulsione debba essere individuale e avere specifiche motivazioni inerenti alla pericolosità sociale delle singole persone espulse. Le espulsioni collettive non sono contemplate in nessun caso".
In particolare la Ue è decisa ad aprire una procedura a carico della Francia non solo per constatare la violazione delle norme europee ma anche per essere da esempio agli altri paesi che potrebbero imitarla e proprio per evitare che l’Italia segua l’esempio dell’Eliseo con misure ancora più drastiche dettate, dalla Lega Nord.
Un monito, quello del vicepresidente e del commissario che sembrano più di un avvertimento per le politiche anti-immigrazione che i due paesi vogliono invece portare con forza nel G8 e G20 di cui la Francia sarà presidente.
Marco Iorio
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