Le nuove proposte del governo italiano devono "misurarsi" con l’articolata legislazione europea BRUXELLES, 12 maggio 2008 – Le prime misure sull’ immigrazione allo studio del neo-ministro degli interni Roberto Maroni chiamano in causa una legislazione europea fatta di vincoli e garanzie: le norme sulla libera circolazione dei cittadini e dei lavoratori europei nell’Ue, i controlli alle frontiere e le proposte per i clandestini.
Proprio sul tema caldo dei rimpatri degli immigrati illegali dalla prossima settimana scatta un nuovo confronto nell’europarlamento. La libera circolazione dei cittadini europei nei 27 Paesi dell’Unione costituisce – in base ad una direttiva del 2004 – una delle "libertà fondamentali" nel mercato interno. Questo diritto vale per i primi tre mesi, successivamente scatta l’obbligo dell’iscrizione in appositi registri. Gli Stati, stando alla legge in vigore, possono tuttavia limitare la libertà di circolazione per motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza o di sanità pubblica, ma non per motivi economici. Inoltre, la sola esistenza di condanne penali non può giustificare automaticamente l’allontanamento.
L’espulsione è giustificata solo quando il "comportamento personale rappresenta una minaccia reale e sufficientemente grave da pregiudicare un interesse fondamentale della società: giustificazioni estranee al caso individuale o attinenti a ragioni di prevenzione generale non sono prese in considerazione". E’ appellandosi a questa norma che il commissario Ue al multilinguismo, il romeno Leonard Orban, ha precisato a Roma che la normativa non può essere usata "pro-espulsioni" e che di una sua modifica si potrà comunque parlare solo a partire dal 2009, dopo averne verificato il funzionamento. Andrà comunque salvaguardato, secondo Orban, il principio che le espulsioni possono essere decise solo "caso per caso". Sulla libera circolazione dei lavoratori provenienti dai nuovi paesi Ue dell’est europeo esistono restrizioni transitorie, periodicamente riviste.
L’Unione europea ha tuttavia sempre messo in evidenza come il fenomeno sia limitato a meno dell’un per cento della popolazione in età lavorativa dei 15 ‘vecchi’ Stati membri. Le restrizioni, che in Italia e in altri paesi sono state già abolite, dovranno scomparire ovunque nel 2011. I controlli alle frontiere, rimossi con il Trattato di Schengen ormai adottato da 24 paesi (22 Ue più Norvegia e Islanda), restano tuttora in vigore, oltre che per la Gran Bretagna e l’Irlanda, anche per Cipro, Romania e Bulgaria. I due paesi danubiani ultimi arrivati nell’Ue si stanno tuttavia preparando ad entrare nello spazio Schengen entro il 2011.
Finora la sospensione del Trattato ha interessato solo casi straordinari e limitati nel tempo, legati ad eventi straordinari di ordine pubblico, così come previsto dalla stessa normativa.
La normativa europea sulla libera circolazione delle persone "non è un provvedimento pro-espulsioni", ha ricordato qualche
giorno fa il commissario Ue al multilinguismo, il romeno Leonard Orban, durante una visita a Roma. "C’è stata un’affermazione del ministro degli interni del nuovo governo italiano sulla possibilità di discutere a Bruxelles le modifiche a questa direttiva", ha detto Orban all’ emittente SherpaTv, commentando la direttiva europea in discussione a Bruxelles sul rimpatrio dei clandestini.
"La Commissione è intenzionata a fare una dichiarazione sull’applicazione della direttiva verso la fine dell’anno. Soltanto dopo – ha precisato il commissario – Bruxelles presenterà il suo personale punto di vista in merito alla situazione, e solo allora dirà se c’è bisogno o meno di modificarla".
A Bruxelles strada in salita, infine, per la proposta di direttiva sui rimpatri degli immigrati clandestini, che prevede per gli illegali una detenzione nei centri di accoglienza fino ad un massimo di 18 mesi. Il giro di vite, frutto di un compromesso a cui erano giunti i rappresentanti di Consiglio, Commissione e Parlamento, ha suscitato perplessità in una decina di paesi. Nell’Europarlamento alcuni gruppi politici già si preparano a dar battaglia in vista dell’esame nella plenaria di giugno.
s.c.