Aumentano i casi di lavoratori stranieri infortunati ROMA, 14 novembre 2008 – Romeni. Marocchini. Albanesi. E, subito dopo, tunisini, ex-jugoslavi e senegalesi. Sono sempre di più gli stranieri residenti in Italia e sempre di più quelli vittime di incidenti sul lavoro.
Secondo le ultime rilevazioni diffuse da ‘Dati Inail’ di novembre, nel 2007 la presenza dei lavoratori immigrati iscritti all’Istituto è cresciuta del 20% rispetto al 2006, portando il numero degli stranieri a quota 3 milioni. Nello stesso periodo sono state 140.579 le denunce di infortuni – 174 delle quali mortali – che hanno riguardato questa fascia della popolazione che vive in Italia.
Rispetto all’anno precedente l’incremento è stato dell’8,7%: una percentuale in sensibile controtendenza rispetto all’andamento nazionale, dove è stata registrata, invece, una contrazione degli infortuni denunciati (da 928.158 a 912.615 casi) e rispetto a quelli relativi ai soli lavoratori italiani, scesi da 798.855 a 772.036 unità.
Per l’Istat sono invece circa 3,4 milioni gli stranieri che, al primo gennaio 2008, risiedono in Italia. Una presenza aumentata, nel giro di un anno, in modo vertiginoso – il 16,8% in più – anche in conseguenza dell’ingresso nell’area comunitaria da parte dei nuovi Stati membri dell’Europa dell’Est. Circa 3 milioni di loro sono assicurati all’Inail (+20% rispetto al 2007): la maggior parte dei quali di provenienza romena (600mila assicurati), albanese (240mila) e marocchina (210mila).
"Si tratta di una forza lavoro che sta assumendo un peso sempre più strategico nell’andamento del sistema produttivo nazionale, in particolare nell’edilizia e nell’industria pesante (per gli uomini) e nei servizi di colf e badanti (per le donne)", osserva l’Inail, che però avverte: si tratta di una forza lavoro che si fa sempre più male: sono 23.327, infatti, le denunce di incidenti relativi alla popolazione marocchina pervenute all’istituto nel 2007 (23 mortali) rispetto ai 22.617 dell’anno precedente; 17.832 a quella rumena (41 mortali) a fronte dei passati 11.256; 15.015 a quella albanese (18 mortali), 347 in più sul 2006. Di fatto queste tre comunità totalizzano insieme quasi il 40% degli incidenti e il 50% dei casi mortali sul totale complessivo relativo ai residenti stranieri.
Per l’Istat sono circa 3,4 milioni gli stranieri che, al primo gennaio 2008, risiedono in Italia. Una presenza aumentata, nel giro di un anno, in modo vertiginoso – il 16,8% in più – anche in conseguenza dell’ingresso nell’area comunitaria da parte dei nuovi Stati membri dell’Europa dell’Est. Circa 3 milioni di loro sono assicurati all’INAIL (+20% rispetto al 2007): la maggior parte dei quali di provenienza rumena (600mila assicurati), albanese (240mila) e marocchina (210mila).
Si tratta di una forza lavoro che sta assumendo un peso sempre più strategico nell’andamento del sistema produttivo nazionale, in particolare nell’edilizia e nell’industria pesante (per gli uomini) e nei servizi di colf e badanti (per le donne). E si tratta di una forza lavoro che si fa sempre più male: sono 23.327, infatti, le denunce di incidenti relativi alla popolazione marocchina pervenute all’INAIL nel 2007 (23 mortali) rispetto ai 22.617 dell’anno precedente; 17.832 a quella rumena (41 mortali) a fronte dei passati 11.256; 15.015 a quella albanese (18 mortali), 347 in più sul 2006. Di fatto queste tre comunità totalizzano insieme quasi il 40% degli incidenti e il 50% dei casi mortali sul totale complessivo relativo ai residenti stranieri.