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Milano: per 2008/2009 meno stranieri agli asili comunali

Regole più restrittive per iscrivere i figli degli immigrati nelle scuole dell’infanzia. E’ polemica.

MILANO – Per l’anno scolastico 2008/2009 meno bambini stranieri potranno accedere agli asili milanesi. Il Comune di Milano ha reso più restrittive le regole per iscrivere i figli degli immigrati nelle scuole dell’infanzia (in cui attualmente questi bambini sono quasi un quinto del totale), ammettendo solo le famiglie in grado di presentare il permesso di soggiorno valido entro il 29 febbraio 2008. Insomma, secondo la nuova circolare, basterebbe ottenere il rinnovo del documento un giorno più tardi (il 1 marzo 2008) per non avere più diritto a iscrivere il proprio figlio in un asilo comunale di Milano.

In seguito alle polemiche che si sono accese sul caso, l’assessore alle Politiche Sociali Mariolina Moioli ha chiarito che “i bambini stranieri senza permesso di soggiorno non sono mai stati accettati nelle scuole materne del Comune: quindi non è cambiato nulla dall’anno scorso, quando era prevista, per chi era in attesa del rinnovo del permesso, l’accettazione della domanda con riserva”.
“La circolare dell’anno precedente – spiega Moioli – prevedeva l’accettazione dei bambini di nuclei familiari stranieri che avrebbero ottenuto il rinnovo del documento di soggiorno entro il primo ottobre 2007. Quet’anno, presentando la domanda entro il 29 febbraio 2008, si ha diritto all’accesso alla prima graduatoria. Chi dovesse ottenere il permesso di soggiorno oltre questa data sarà ammesso in relazione alle disponibilità. Attualmente i posti liberi sono 70 e non ci sono liste d’attesa”. In ogni caso l’assessore Moioli garantisce che “una soluzione verrà trovata per tutti”.

La questione, apertasi pochi giorni fa con la pubblicazione della circolare sul sito internet del Comune di Milano, ha provocato una serie di reazioni negative:

UNICEF – Ha espresso grande preoccupazione il presidente italiano dell’Unicef, Antonio Sclavi: “Questa circolare e’ in netta violazione dei diritti dell’infanzia, sanciti dalla Convenzione Onu del 1989, ratificata dall’Italia, che ribadisce l’uguaglianza fra tutti i bambini come principio cardine e sottolinea come l’interesse superiore del bambino debba sempre prevalere su ogni altra considerazione. Negli anni l’Italia si è distinta per assicurare in concreto, e non solo sul piano delle dichiarazioni di principio, a tutti i bambini e adolescenti, il diritto all’istruzione, senza alcuna differenza legata alla condizione familiare o alla cittadinanza. La Convenzione sui diritti dell’infanzia non ammette deroghe. Occorre garantire a tutti i bambini, a qualunque titolo presenti sul nostro territorio, salute, scuola, uguaglianza e protezione”.

CGIL: “La notizia della decisione del Comune di vietare l’iscrizione alla scuola dell’infanzia ai figli di migranti irregolari e delle realtà del Veneto, dove si chiede di non inserire più del 30% di bambini stranieri nelle classi sono allarmanti e gravissime” ha commentato il segretario confederale della Cgil, Morena Piccinini. “Quando il livore xenofobo di alcune realtà del Nord del paese arriva a vietare il diritto alla scuola per i bambini migranti, le coscienze di tutta la società civile devono sentirsi scosse. La scuola è da sempre considerata il luogo dove, per eccellenza, si educa. Si educa alla legalità, all’integrazione, al rispetto della persona senza discriminazione di sesso, razza, religione. E tutto ciò per superare barriere e divisioni, per realizzare una cultura di integrazione. Siamo ben consapevoli che i bambini migranti parlano a stento l’italiano e non e’ certamente lasciandoli fuori dalla scuola, o sistemandoli in classi differenziali che il nostro paese assicura il diritto a tutti all’istruzione”.

Paolo Ferrero, ministro della Solidarietà sociale, parla di “razzismo miope” e manifesta un forte disaccordo: “L’iniziativa di Letizia Moratti è peggio di quella assunta dal sindaco di Cittadella. Risponde alla stessa logica: emarginare completamente e rendere invisibili i clandestini, ma in questo caso puntando a colpire i bambini. Si tratta di un razzismo miope, perché il nostro paese ha tutto l’interesse a far sì che i bambini che nascono o crescono qui si inseriscano pienamente nella società”.

Il ministro della Famiglia Rosy Bindi: “È un pessimo esempio di politica locale. Mi stupisce che il sindaco Moratti assecondi scelte così gravi, che colpiscono la famiglia e nelle famiglie i diritti dei più deboli e dei bambini. Non sono tollerabili discriminazioni di alcun genere nell’accesso a servizi essenziali, come le scuole dell’infanzia. Tutti i bambini, compresi i figli degli immigrati privi di permesso di soggiorno, hanno diritto a frequentare l’asilo nido. L’educazione è la via maestra per favorire l’integrazione delle famiglie straniere, per imparare a vivere insieme e a non avere paura gli uni degli altri. L’intesa che abbiamo siglato con le Regioni non prevede alcun tipo di discriminazione”.

Giovanni Russo Spena, capogruppo di Rifondazione comunista al Senato: “Che la seconda città italiana neghi l’ingresso agli asili nido ai figli di extracomunitari senza permesso di soggiorno è un’ignominia. Milano aveva già norme assurde per quelle iscrizioni, perché accettava con riserva quelle domande da parte di lavoratori in attesa del rinnovo del permesso per poi cacciarli fuori se questo non arrivava. Adesso la discriminazione è completa: neanche chi é in regola ma in attesa della burocrazia italiana può iscrivere il proprio bambino/a negli asili milanesi. Il sindaco Moratti si vergogni: l’istruzione, la socializzazione e la scolarizzazione sono diritti universali”.

Alfio Nicotra, segretario regionale di Rifondazione Comunista: “Fa quasi specie ricordare alla sindaco ex ministra Moratti che esiste il decreto del presidente della Repubblica n. 994 del 1999, a sancire il diritto dei minori stranieri a essere pienamente integrati nel sistema educativo della Repubblica italiana. Ma forse per il centrodestra che da anni governa Milano non siamo più in Italia, siamo in Padania”.

Albertina Soliani, capogruppo del Partito Democratico in commissione Istruzione: “L’esclusione dei bimbi dall’asilo è danno alla società. Sessanta anni dopo la Dichiarazione dei diritti dell’uomo la civilissima Milano mette in discussione il diritto universale all’istruzione, che é come il patrimonio genetico di ciascun bambino che viene al mondo, qualunque sia la sua condizione sociale o culturale. Bisogna tutelare questo diritto. L’amministrazione comunale di Milano, insieme con lo Stato, ha il dovere di costruire le condizioni perché esso possa essere esercitato. Come non capire che l’esclusione dalla scuola dei bambini stranieri, i cui genitori non hanno il permesso di soggiorno, è un danno per la società e alimenta, anziché ridurre, i rischi della conflittualità. Accogliere nella scuola tutti i bambini di oggi vuol dire rendere più sicura la società futura?”

Il sottosegretario alle politiche della Famiglia, Maria Chiara Acciarini: “Quando si diffondono sentimenti xenofobi non ci si ferma e prima si cominciano a colpire gli adulti, poi si ledono i diritti fondamentali dei bambini. Stiamo dimenticando quel carattere di accettazione che ci ha sempre contraddistinti, e assistiamo a cose molto gravi: vedere ledere i diritti dei bambini e di quelle che sono garanzie per la loro crescita adeguata è una cosa da porre subito in discussione. Stiamo valutando con quali atti sarà possibile richiamare al rispetto dei diritti delle persone che stanno nel nostro paese e soprattutto dei bambini”.

Francesca Corso, assessore della Provincia di Milano ai diritti dei bambini e delle bambine e ai diritti dei cittadini: “Stupisce e preoccupa la circolare del Comune di Milano che vieta ai bimbi figli di migranti senza permesso di soggiorno l’iscrizione alle scuole dell’infanzia. Un conto è l’eventuale illecito del genitore, altro conto è la negazione del diritto all’istruzione per un bambino, a cui proprio in base alla legge italiana sono tenuti i genitori. E’ una scelta che certo determina problemi morali e giuridici di prima grandezza. Ma crea anche un colossale problema sociale: l’esclusione dei bimbi persino dalle scuole dell’infanzia nega qualsiasi possibile integrazione e li avvia ad un’emarginazione sociale programmata. Chi non va a scuola non potrà mai diventare cittadino ed entrerà nel giro di pochi anni in quell’area oscura e marginale che è fucina di delinquenza e asocialità. Garantire la sicurezza di tutti, italiani e migranti – conclude – vuol dire in primo luogo creare i cittadini di domani. Il Governo stanzia centinaia di milioni di euro per un piano straordinario di asili nido; la Provincia ha stanziato 17.450.000,00 euro con cui sono stati finanziati 90 progetti, con l’adesione di 87 Comuni della provincia per sostenere l’insediamento delle strutture di asili nido. Milano, nonostante le sue grandi responsabilità internazionali ed europee, si preoccupa di escludere dagli asili nido i bambini più sfortunati. Questa decisione è un autogol. Non fa gli interessi dei bambini e non fa gli interessi di Milano”.

Le voci fuori dal coro provengono da esponenti politici della destra. Un esempio è la dichiarazione di Isabella Bertolini, vicepresidente dei Deputati di Forza Italia: “ La circolare del sindaco di Milano Moratti, tesa a limitare l’accesso agli asili nido comunali per i figli di immigrati clandestini, è finalizzata ad assicurare uno stringente e sacrosanto rispetto della legalità. La sinistra, calpestando per l’ennesima volta i diritti dei bambini italian, grida allo scandalo e parla avventatamente di ingiustizia e discriminazione. I sindaci italiani, di fronte all’invasione di cittadini extracomunitari irregolari, stanno approntando una serie di misure che io ritengo legittime ed opportune, per favorire e promuovere il rispetto delle leggi da parte di chi illegittimamente risiede nel nostro Paese. Ancora una volta la maggioranza dimostra di essere incapace di interpretare il sentimento e le preoccupazioni degli italiani sulla sicurezza e sulla legalità”.

(27 dicembre 2007)

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