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Treviso, dalla Lega un nuovo “no” ai musulmani

La comunità musulmana di Treviso sembrava aver finalmente trovato un luogo dove poter pregare. Ma anche questa volta si è trattato di un’illusione.

Dopo che le pressioni della Lega erano riuscite a far sospendere il permesso di riunirsi nella sala dell’oratorio accordato ai musulmani da un parroco di Paderno, a volerli accogliere nel proprio centro sportivo era stato Giuseppe Zambon. Il proprietario dell’impianto si era mostrato ben disposto a concedere ai fedeli i campi da tennis che, in mancanza di una struttura adeguata, in occasione del giorno di preghiera si sarebbero trasformati in “moschea”.

L’ottimo rapporto che Zambon ha con la comunità musulmana non è bastato per resistere alle proteste di alcuni esponenti della Lega Nord, che sono riuscite a convincere anche lui a non concedere il proprio immobile come promesso. Una parte dei fedeli musulmani, circa un’ottantina, ha deciso che questa ostilità non li avrebbe comunque fermati. E per dimostrare che la preghiera del venerdì è più importante del luogo in cui la si fa, hanno steso i propri tappetini nel parcheggio dietro al centro sportivo, che per loro aveva chiuso i battenti su ordine dell’amministrazione leghista.

Se il sindaco Giancarlo Gobbo nega quel che sembra un’azione mirata contro la comunità musulmana di Treviso, il prosindaco Giancarlo Gentilini non si fa problemi a descrivere l’accaduto come “un tumore che poteva degenerare in metastasi”, e dunque “è stato estirpato”.

Domani la preghiera è prevista nel paesino di Villorba, di nuovo all’aperto, nel piazzale davanti al centro della comunità. Ma se andrà tutto liscio è un punto interrogativo. Resta difficile per gli islamici trevigiani trovare un vero luogo di culto. Combattere per ottenerlo potrebbe non essere sufficiente, come non lo è stato finora. Per adesso regna l’amarezza e lo sconcerto per tanta intolleranza e avversità nei loro confronti. Ma l’imam Youssef Tadil non si arrende: “Vogliamo un luogo in cui poter esercitare la nostra religione – ha dichiarato – ci spetta perché lavoriamo e paghiamo le tasse ai comuni”.

Numerosi i moniti alle azioni discriminatorie della Lega, le cui mosse sono state da molti considerate esternazioni razziste. Le critiche sono arrivate dalla sinistra, dai sindacati (Cigl e Cisl trevigiane) e naturalmente dalle organizzazioni islamiche d’Italia, prima fra tutte l’Ucoii, il cui portavoce, Issedin Elzir, sulla questione di Treviso ha chiesto l’intervento dello Stato.
(27 dicembre 2007)
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