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Reato di clandestinità, spunta l’ipotesi di una contravvenzione

Niente carcere, ma contravvenzione ed espulsione. Possibile emendamento per evitare il sovraffollamento dei penitenziari
ROMA, 28 giugno 2008. Una contravvenzione, con sanzione accessoria dell’espulsione ma solo dopo la pronuncia di un giudice.

Sarebbe questo, secondo quanto appreso dall’agenzia ADNKRONOS, l’escamotage legislativo allo studio che consentirebbe di evitare un possibile effetto indesiderato conseguente all’introduzione del reato di immigrazione clandestina, previsto dal ddl che compone il pacchetto sicurezza attualmente in discussione in Parlamento: il sovraffollamento delle carceri in una situazione penitenziaria che sta già tornando pericolosamente verso i livelli pre-indulto, con 50.000 detenuti.

A questo fine, il disegno di legge potrebbe essere presto modificato con un emendamento ad hoc, che permetterebbe di sancire legalmente il principio della clandestinità senza con questo incorrere in inconvenienti applicativi come l’ingolfamento degli istituti penitenziari.

La circostanza era stata accennata martedì scorso dal ministro dell’Interno Roberto Maroni in un intervento al Senato. Il responsabile del Viminale aveva sostenuto in quell’occasione la necessità di "trovare un modo perchè sia uno strumento efficace per contrastare l’immigrazione clandestina e non un mezzo che finisca per sovraffollare le carceri e intasare i processi".

A questo proposito, si punta quindi "su una sanzione accessoria, il provvedimento di espulsione immediata. Ed e’ importante che sia un provvedimento deciso da un giudice, ordinario o di pace. Bisognera’ calibrare il reato perche’ il provvedimento abbia questa conseguenza utile".

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