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Abi: crescono del 10% le piccole attività avviate da immigrati

Le aziende gestite dagli imprenditori immigrati sono soprattutto micro-imprese che si occupano di attivita’ professionali o artigianali

Roma, 16 novembre 2015 – Crescono le piccole attivita’ imprenditoriali avviate da immigrati. Sono circa 110 mila, infatti, i conti correnti small business intestati a cittadini stranieri che hanno avviato un’attivita’ nel 2014, in crescita di circa il 10% rispetto all’anno precedente.

Lo rileva il rapporto dell’Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Finanziaria dei Migranti, gestito dal CeSPI, il Centro Studi di Politica Internazionale, in collaborazione con Abi e finanziato dal Ministero dell’Interno e dalla Commissione Europea, secondo il quale il trend di crescita si e’ mantenuto costante tra il 2010 e il 2014.

Il rapporto – in parte anticipato nell’ultimo Dossier Statistico Immigrazione 2015 del Centro Studi e Ricerche IDOS – sara’ presentato al prossimo Forum CSR 2015 che si tiene l’1 e il 2 dicembre a Palazzo Altieri a Roma. La due giorni, organizzata dall’Associazione bancaria per approfondire i temi della responsabilita’ sociale, sara’ anche l’occasione per analizzare, con tutti i principali operatori del settore, il fenomeno migratorio in Italia, con particolare attenzione al ruolo delle banche nel processo di inclusione finanziaria e di supporto alle famiglie e ai piccoli imprenditori immigrati. Proprio questi ultimi rappresentano circa l’8,6% del sistema produttivo italiano e sono i principali responsabili del saldo positivo fra imprese aperte e imprese chiuse nel corso del 2014.

Secondo l’indagine messa a punto dall’Osservatorio, le aziende gestite dagli imprenditori immigrati sono soprattutto micro-imprese che si occupano di attivita’ professionali o artigianali. Sono intestate a persone fisiche: nel 31% dei casi si tratta di donne (era il 26% nel 2011), percentuale questa che raggiunge il 70% nella comunita’ ucraina; il 60% in quella filippina e polacca; il 46% in quella cinese. Le imprese immigrate, dunque, si tengono sempre piu’ di rosa, soprattutto al sud dove il segmento femminile pesa per il 44%.

Sempre secondo il rapporto Abi-CeSPI, le aziende dei nuovi italiani dispongono mediamente di meno di 10 addetti, con un fatturato annuo inferiore ai 2 milioni di euro. Si tratta dunque di aziende piccole, ma sempre piu’ proiettate verso l’estero: dall’analisi sperimentale condotta dall’Osservatorio con ISTAT e ICE, infatti, emerge come le imprese a titolarita’ immigrata che hanno rapporti commerciali col proprio paese d’origine rappresentino rispettivamente il 29% delle imprese italiane esportatrici e il 39% delle importatrici. “Ambasciatrici” o fornitrici delle filiere produttive tipiche del Made in Italy, le imprese a titolarita’ immigrata mostrano quindi un dinamismo e una spiccata vocazione all’internazionalizzazione, che rappresenta un’opportunita’ per il mondo finanziario oltre che un contributo significativo all’intero Sistema-Paese.

Secondo i dati dell’Osservatorio, il settore bancario e’ il principale interlocutore delle micro-imprese immigrate a cui offre sostegno e assistenza nelle diverse fasi di avvio, sviluppo e crescita dell’attivita’ imprenditoriale. Nel 2014, tra le imprese clienti di banche italiane e BancoPosta sono cresciute soprattutto quelle cinesi, seguite dalle rumene, le albanesi, le marocchine e quelle del Bangladesh. Se guardiamo alla singola comunita’ di migranti, a crescere in modo significativo sono soprattutto le micro-imprese di cittadini del Bangladesh, ma anche di Senegal, Pakistan e Ucraina. In ogni caso, l’80% dei piccoli imprenditori immigrati che hanno un conto corrente small business presso il sistema finanziario italiano proviene da Europa e Asia. Per quanto riguarda la distribuzione delle imprese di migranti sul territorio nazionale, il maggior numero di conti correnti small business si concentra nelle regioni del Centro Italia e in particolare a Roma, confermando una vivacita’ imprenditoriale gia’ evidenziata in passato. Il sostegno del settore finanziario alle imprese immigrate passa certamente attraverso il credito che costituisce un fattore essenziale per la crescita e lo sviluppo dell’attivita’.

Nel 2014, il numero di finanziamenti ai piccoli imprenditori migranti e’ cresciuta del 2,5% rispetto al 2013, portando l’incidenza dei finanziamenti sul totale dei conti correnti al 39% (dato che sale al 43% nel Centro Italia). Questo incremento e’ trainato dalla componente a breve termine, anche se quella a lungo resta prevalente e riguarda il 56% dei finanziamenti in essere. A fare maggior ricorso al credito a medio-lungo termine sono soprattutto i piccoli imprenditori che provengono da Filippine (62%), Albania (62%), Peru’ (61%), Moldova (61%) e Ucraina (59%).

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