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IMMIGRATI: SCHIAVELLA (FILLEA CGIL), CAPORALATO CRIMINE COME TRATTA ESSERI UMANI =

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      Roma, 8 feb. – (Adnkronos/Labitalia) – "Occorre intervenire
sulla ‘distrazione’ legislativa che oggi consente a un caporale di
rischiare al massimo 50 euro di multa e nessun procedimento penale.
Dobbiamo tutti interrogarci sul che fare per dare risposta alla
domanda di giustizia e di diritti che viene dai lavoratori migranti,
esplosa in tutta la sua drammaticita’ a Rosarno". Cosi’ Walter
Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil, in un intervento su
‘Rassegna sindacale’, settimanale della Cgil, rilancia l’allarme sui
rischi del caporalato, al centro anche di una campagna del sindacato.
"Il caporalato e’ un crimine -ha detto Schiavella- e va approvata al
piu’ presto una legge che equipari questo reato al traffico di esseri
umani e va recepita la direttiva comunitaria 2009/52 in materia di
utilizzo di lavoratori stranieri clandestini. Questo e’ l’obiettivo
della campagna Fillea, che lo stesso direttivo Cgil ha fatto suo
nell’odg approvato il 26 gennaio".

      Comunque, per il leader del sindacato degli edili, questo non e’
l’unico intervento da realizzare contro lo sfruttamento dei lavoratori
immigrati, specie nel settore dell’edilizia. "Occorre poi fare altro
-ha detto Schiavella- perche’ il caporalato non e’ la malattia ma
l’odiosa metastasi del processo tumorale che sta espandendosi nel
mercato del lavoro, in particolare quello dell’edilizia. Qui,
all’insieme delle criticita’ storiche, come l’endemica tendenza alla
frammentazione, l’irregolarita’ e sopratutto la presenza di forti
interessi della malavita organizzata, si aggiungono -ha sottolineato
il segretario della Fillea Cgil- la spinta alla deregolamentazione
avviata del governo e gli effetti devastanti della crisi, una miscela
esplosiva che sta trasformando questo settore in una giungla senza
piu’ regole ne’ diritti, generando tra le imprese una competizione
basata non sulla qualita’ ma sulla riduzione dei costi".

Una situazione ‘borderline’ che rende
‘florida’, secondo Schiavella, l’attivita’ dei caporali. "Questo vuol
dire -ha sottolineato Schiavella- maggiore ricorso al lavoro grigio e
nero, abbassamento dei livelli di sicurezza, riduzione dei diritti e
delle tutele. Tutto cio’ produce una condizione di ‘dumping sociale’,
che ricade sulle spalle dei lavoratori e delle imprese sane. In questo
quadro, il caporalato e’ divenuto, oltreche’ lucroso business, uno
degli strumenti di controllo del mercato da parte delle organizzazioni
criminali, al nord come al sud del paese. Quella al caporalato -ha
rimarcato Schiavella- e’ dunque una battaglia nazionale, che non ha
distinzione di razza, sesso, religione o posizione sociale, ma deve
unire la parte sana del paese e del sistema produttivo".

      Per il numero uno della Fillea, la "battaglia" deve partire
dalle realta’ positive che comunque sono presenti nel Paese. "C’e’
bisogno di agire -ha spiegato Schiavella- a tutti i livelli, seguendo
esempi virtuosi di realta’ territoriali che stanno attivando accordi
contenenti clausole di salvaguardia degli immigrati irregolari che
denunciano i loro caporali, perche’ senza queste clausole e’
impossibile contrastare la condizione di schiavitu’, in cui il reato
di clandestinita’ sta costringendo migliaia di lavoratori
dell’edilizia. Quale lavoratore -si e’ chiesto Schiavella- senza
permesso di soggiorno denuncerebbe il suo caporale, sapendo che
l’Italia ripaghera’ questo coraggio con l’espulsione?".

      E, come ha ricordato Schiavella nel suo intervento sul
settimanale del sindacato, "lo sciopero generale del 12 marzo ha in
questa battaglia di legalita’ uno dei suoi principi ispiratori. Per
questo, pur guardando con rispetto e attenzione ai temi che pone la
manifestazione del 1° marzo dei soli migranti, restiamo convinti -ha
concluso Schiavella- che c’e’ un solo modo per contrastare il
tentativo del governo di ridurre i diritti dei lavoratori, attaccando
le fasce piu’ fragili e scatenando un vero e proprio cannibalismo
sociale: unire tutti i lavoratori e difendere insieme i diritti di
tutti, nessuno escluso".

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