Roma, 21 agosto 2024 – Antonio Tajani, ministro degli Esteri e figura di spicco di Forza Italia, è noto per la sua prudenza politica, soprattutto quando si tratta di preservare l’intesa all’interno della coalizione di centrodestra e mantenere un equilibrio con gli alleati. Tuttavia, nelle recenti discussioni sullo ius scholae, Tajani sembra aprire una finestra su una visione più ampia dell’Italia e del suo futuro, pur restando attento a non creare fratture all’interno del governo.
Lo ius scholae, che prevederebbe la cittadinanza italiana per i giovani stranieri che hanno completato un ciclo scolastico nel nostro Paese, è un tema divisivo. Forza Italia, da sempre orientata verso posizioni moderate e aperte, lo sostiene, mentre la destra, rappresentata da Fratelli d’Italia e Lega, lo respinge con forza. Nonostante ciò, Tajani, in un’intervista recente a Repubblica, ha voluto chiarire che la sua posizione non è frutto di un “inciucio” con il Partito Democratico, ma una convinzione che affonda le radici nella storia e nella cultura italiana.
“La nostra storia è una storia di accoglienza”, sottolinea Tajani, facendo riferimento all’impero romano e alle comunità di origine straniera che hanno arricchito l’Italia nel corso dei secoli. Un’Italia che, secondo il ministro, deve sapersi adattare ai cambiamenti globali, come l’accoglienza di 170.000 ucraini negli ultimi due anni dimostra. Tajani insiste sul fatto che un buon italiano non si definisce per colore o etnia, ma per il suo impegno verso l’Italia e la sua integrazione nella società.
Questa visione, tuttavia, non sembra condivisa da tutti gli alleati di governo. Tajani è consapevole che a settembre, quando la discussione sullo ius scholae tornerà in Parlamento, Giorgia Meloni e Matteo Salvini potrebbero bloccare l’iniziativa, appellandosi al fatto che non è una priorità del programma di governo. Ma Tajani non si scompone: “Verissimo, non è nel programma, ma nei programmi di governo non sempre c’è tutto, si possono arricchire.”
Tajani riconosce che l’economia e l’emergenza carceraria sono priorità più immediate, ma difende il diritto di Forza Italia a portare avanti le proprie idee, che, tra l’altro, non sono nuove. Lo ius scholae, infatti, era già stato sostenuto da Silvio Berlusconi, e Tajani sottolinea che non si tratta di regalare la cittadinanza agli immigrati illegali, ma di riconoscere i diritti di chi ha seguito un percorso di studi completo in Italia, come i figli di ucraini fuggiti dalla guerra o di lavoratori regolari.
Il rischio di essere percepiti come una “foglia di fico” moderata in un governo di destra non sembra preoccupare Tajani, che respinge l’idea che questioni come lo ius scholae debbano essere viste attraverso la lente della contrapposizione tra destra e sinistra. “Io comunque non faccio polemica, dico che è solo la nostra identità,” afferma.
Alla domanda se Forza Italia sia pronta a presentare una proposta sullo ius scholae in Parlamento, Tajani è cauto ma determinato. Non cerca alleanze sottobanco con il Pd, ma se altri partiti dovessero sostenere l’iniziativa, non vedrebbe motivo per fare marcia indietro. “I sondaggi dicono che gli italiani sono a favore dello ius scholae,” sottolinea, ribadendo che si tratta di un tema da affrontare con calma e in consultazione con i gruppi parlamentari di Forza Italia.
Tajani sembra camminare su una linea sottile, cercando di conciliare le posizioni del suo partito con quelle degli alleati, senza rinunciare a ciò che considera giusto per il Paese. Con la riapertura dei lavori parlamentari a settembre, sarà interessante vedere come si evolverà questa delicata partita politica, che potrebbe segnare non solo l’equilibrio della coalizione di governo, ma anche il futuro di migliaia di giovani che vedono nell’Italia la loro casa.