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Asilo. Le proposte di Bruxelles per un sistema comune europeo

La Commissione Europea chiede di modificare le direttive su accoglienza e procedure. Malmström: “Oggi garanzie e procedure variano da un Paese all’altro”

Bruxelles – 1° giugno 2011 – La Commissione Europea prosegue con il completamento del sistema comune di asilo nell’Ue, che dovrebbe essere pienamente operativo nel 2012.

 

Con alcune  proposte di modifica delle direttive “accoglienza” e “procedure”, presentate oggi a Bruxelles, si introducono norme più flessibili, eque ed efficaci per il bene degli Stati membri e di quanti chiedono protezione internazionale. Verranno discusse il 9 giugno dal Consiglio Giustizia e Affari interni e, successivamente, discusse sotto la presidenza polacca. Perché diventino legge dovranno poi essere adottate dal Parlamento europeo e dal Consiglio con voto a maggioranza qualificata.

“Oggi il trattamento e le garanzie di cui godono i richiedenti asilo variano notevolmente da uno Stato membro all’altro, proprio come sono radicalmente diverse le possibilità di ottenere protezione a seconda dello Stato membro che esamina la domanda di asilo. Così non si può continuare” ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni. “Urgono procedure d’asilo efficaci ed eque e condizioni di accoglienza dei richiedenti asilo adeguate e comparabili in tutta l’Unione. Allo stesso tempo è necessario che le norme che conveniamo a livello europeo siano semplici, chiare e efficaci in termini di costi”.

Qui di seguito,una sintesi delle proposte, diffusa oggi dalla Commissione Europea:

Le modifiche apportate alla direttiva “procedure” vogliono semplificare e chiarire le norme in modo da:

•    semplificarne l’attuazione per gli Stati membri, specie quando si trovano a dover trattare in contemporanea un numero ingente di domande di asilo. Sono state riviste le norme che disciplinano l’accesso alla procedura di asilo, lo svolgimento dei colloqui personali e la durata massima delle procedure (obiettivo centrale della proposta resta il termine generale di sei mesi per concludere le procedure di primo grado);
•    contrastare meglio i potenziali abusi. Nuove disposizioni permettono agli Stati membri di accelerare le procedure e esaminare alla frontiera le domande chiaramente poco convincenti o presentate da richiedenti che costituiscono un pericolo per la sicurezza nazionale o l’ordine pubblico;
•    migliorare la qualità del processo decisionale in primo grado aggiungendo accorgimenti pratici che aiutino il richiedente a capire la procedura o predisponendo un’adeguata formazione del personale che esamina le domande e prende le dovute decisioni;
•    garantire l’accesso alla protezione. Sono chiarite le fasi iniziali della procedura, a beneficio delle guardie di frontiera, dei poliziotti e altre autorità che per primi entrano in contatto con chi chiede protezione;
•    gestire le domande reiterate. La proposta modificata chiarisce le norme che regolano la possibilità per il richiedente asilo di reiterare la domanda nell’ipotesi che sia cambiata la sua situazione, nell’intento anche di prevenire eventuali abusi;
•    migliorare la coerenza con altri strumenti dell’acquis dell’Unione in materia di asilo, come l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo. La proposta riserva per l’appunto all’Ufficio un ruolo più concreto nelle disposizioni relative alla formazione e all’accesso alla procedura.

Le modifiche apportate direttiva “accoglienza” introducono maggiore chiarezza e flessibilità di modo da:

•    semplificarne l’attuazione per gli Stati membri che, disponendo di un margine di manovra più ampio per realizzare le misure previste, vedranno ridursi gli oneri finanziari e amministrativi.
•    disporre norme chiare che limitino rigorosamente la possibilità di trattenere i richiedenti asilo. La nuova proposta mantiene elevate le norme sul trattamento, specie con riguardo al trattenimento; il diritto di libera circolazione può essere soggetto a restrizioni solo se necessarie e proporzionate e giustificate da motivazioni chiari, comuni e esaurienti;
•    garantire un livello di vita dignitoso, specie con misure nazionali dirette a individuare le particolari esigenze delle persone vulnerabili, come i minori e le vittime di tortura, o con un sostegno materiale di livello adeguato per i richiedenti asilo;
•    favorire l’indipendenza economica dei richiedenti asilo. L’obiettivo è agevolarne l’accesso al mercato del lavoro riconoscendo agli Stati membri una certa flessibilità durante l’esame della domanda in primo grado o se devono far fronte a un numero elevato di domande simultaneamente.

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