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Cardinale Bagnasco: “Chi rifiuta accoglienza non fa la volontà di Dio”

"Non ci sentiamo stranieri e ospiti da nessuna parte, ma concittadini del mondo in marcia verso il Cielo"

Citta' del Vaticano, 22 novembre 2012  – ''Essere buoni vuol dire essere giusti e onesti, misericordiosi e benevoli verso tutti perche' Dio ci ama, e fa di noi un popolo, la Chiesa, per cui non ci sentiamo stranieri e ospiti da nessuna parte, ma concittadini del mondo in marcia verso il Cielo. Chiudere gli occhi ai fratelli che chiedono un po' di spazio o lavoro, un po' di accoglienza e di futuro nella reciprocita' dell'amore, significa non fare la volonta' del Padre e quindi non essere familiari di Cristo''.

E' uno dei passaggi dell'omelia, pronunciata ieri sera nella basilica di San Pietro, dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, in occasione dell'incontro per il 25esimo anniversario della Migrantes, l'organismo pastorale che promuove la pastorale delle migrazioni.

Davanti a un folto numero di responsabili nazionali e diocesani, oltre che di esponenti di comunita' e realta' delle migrazioni italiana e straniere, il cardinale ha proposto un'omelia all'insegna del cammino dei credenti nell' Anno della Fede. ''Voi richiamate i credenti – popolo di Dio – a non fermarsi lungo i sentieri del mondo – ha detto – a non lasciarsi lusingare da promesse che illudono e da miti che rallentano: in una parola, a non dimenticare che la nostra Patria e' altrove''.

''Ci esortate – ha aggiunto – a mettere le nostre radici in Dio. E' solo Lui la vera Patria, la Terra che non tradisce, che non viene mai meno, la casa accogliente del nostro pellegrinaggio terreno come di ogni piccolo e profondo cammino del cuore''. Rivolgendosi in particolare ai migranti presenti, il cardinale Bagnasco ha poi affermato: ''voi che per motivi diversi di mobilita' o di migrazione, vivete senza particolari radicamenti di luogo, piu' di altri siete in grado di apprezzare i legami degli affetti nella parentela, nell'amicizia, nella solidarieta', ritrovando li' le radici umane di cui tutti abbiamo bisogno''.

Il presidente della Cei ha poi concluso l'omelia citando le parole del Papa che invita ''a favorire l'autentica integrazione in una societa' dove tutti siano membri attivi e responsabili ciascuno del benessere dell'altro, generosi nell'assicurare apporti originali, con pieno diritto di cittadinanza e partecipazione ai medesimi diritti e doveri''.

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