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Caritas: “Non servono CIE, vigilare su chi fa accoglienza”

Forti: “Ci sono piccole realtà non attrezzate. Serve accoglienza diffusa, con piccoli numeri e senza chiusure”

 

Roma – 5 gennaio 2017 – La proposta di un Cie in ogni Regione d’Italia? “La giudichiamo negativamente. Ci chiediamo che significato ha aumentare il numero di questi centri”.

Così il responsabile immigrazione della Caritas italiana, Oliviero Forti, che in un’intervista al Tg di Tv2000 ha spiegato: “Abbiamo lottato e lavorato insieme alle istituzioni affinché si riducesse il numero dei Cie. Abbiamo verificato che sono costosi, inefficaci e non riescono a raggiungere l’obiettivo per cui sono nati cioe’ identificare le persone e nei casi previsti dalla legge rimpatriarle forzatamente nei loro Paesi”. 

“La vicenda di Cona – ha proseguito Forti – racconta che l’accoglienza nei grandi centri non funziona perché si mette a repentaglio la vita delle persone come e’ accaduto alla donna ivoriana che, a quanto pare, non e’ stata soccorsa nei tempi e nei modi dovuti. Ma soprattutto crea delle condizioni di invivibilita’. Chiediamo, dunque, che l’accoglienza sia diffusa con piccoli numeri sul tutto il territorio nazionale” ma “la maggior parte dei Comuni oggi non vuole migranti sul proprio territorio. Questo spinge il governo a dover approntare l’accoglienza con grandi numeri. Ad oggi esiste un piano e anche le risorse. Una sfida di questa portata si vince tutti insieme senza chiusure”.

Il ruolo delle cooperative, ha concluso Forti, e’ “purtroppo la nota dolente. Lo abbiamo visto con Mafia Capitale e si ripete a macchia di leopardo su tutto il territorio. C’e’ bisogno di un monitoraggio costante dei soggetti che fanno accoglienza. Ci sono realta’, nella Chiesa e nella societa’ civile, che stanno dando il loro contributo attivamente e positivamente da anni mentre altre piccole realta’ non sono pronte e adeguatamente attrezzate per questa attivita’”. Dunque “chiediamo al ministero e alle istituzioni che questi soggetti vengano monitorati altrimenti il caso di Cona come altri si ripeteranno nel prossimo futuro”.

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