I due rapper di seconda generazione chiedono al premier lo ius soli. "Italiani a pieno titolo anche prima dei 18 anni"
Roma – 20 febbraio 2015 – "Noi siamo italiani. Cambiate la legge sulla cittadinanza"! Le seconde generazioni in questi anni l'hanno ripetuto in tutti i modi, incassando tante promesse ma non la riforma. Chissà se un appello a ritmo di rap avrà più fortuna.
Amir Issaa e Karima sono due artisti italiani nati e cresciuti a Roma. Lui è figlio di un immigrato egiziano e si è già speso abbondantemente a favore dello ius soli, come quando si rivolse direttamente all'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Lei ha i genitori liberiani e ha intitolato il suo primo album 2G, una dedica alle seconde generazioni.
Insieme, hanno scritto una lettera al premier Matteo Renzi, in qualità di ambasciatori della "regione musicale Arezzo Wave Ius soli", un "territorio virtuale (ma non troppo)", creato all'interno del festival musicale per "sensibilizzare il mondo culturale nazionale su quelli che sono i numeri , i problemi, i limiti del vivere e lavorare per artisti che sono italiani a tutti gli effetti, ma non per lo Stato".
"Le chiediamo, con l'introduzione dello Ius Soli, di adottare, concretamente e nel più breve tempo possibile, provvedimenti che riconoscano ai figli di immigrati il diritto di cittadinanza" scrivono Amir e Karima. "Nascere in Italia – spiegano – deve poterci consentire non solo di sentirci ma di essere italiani, a pieno titolo, anche prima dei 18 anni". E per questo chiedono "che venga cambiato al più presto l' attuale dettato legislativo".
Senza una riforma della cittadinanza, il milione di figli di immigrati che sta crescendo in Italia rischia una "crisi di identità", viene condannata alla stessa "emarginazione innaturale, incomprensibile che ci ha impedito di essere quello che sentivamo di essere a pieno titolo: italiani e non stranieri nel nostro paese".
"Noi sentiamo – aggiungono i due rapper – di essere parte di quell'Italia che crede nel progresso e nel miglioramento. Sentiamo di poter lavorare sul nostro presente per costruire il futuro. Per questo vorremmo sapere cosa ci propone il nostro futuro; che è nelle Vostre mani e nella Vostra coscienza". "Ad oggi – concludono – non vi è stata ancora nessuna azione concreta. Vi preghiamo quindi di non dimenticarvi di noi".
Qui di seguito, il video Orangutan, tratto dall'album di Karima 2G e ispirato all'insulto di Calderoli a Cécile Kyenge. Poi il testo integrale della lettera a Matteo Renzi.
LETTERA INDIRIZZATA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MATTEO RENZI.
Egregio Presidente Renzi,
Le scrivono due rap per. Ci chiamiamo Karima e Amir, e ci rivolgiamo a Lei in qualità di ambasciatori della regione musicale Arezzo Wave Ius Soli, territorio virtuale (ma non troppo) pensato per sensibilizzare il mondo culturale nazionale su quelli che sono i numeri , i problemi, i limiti del vivere e lavorare per artisti che sono italiani a tutti gli effetti ma non per lo Stato.
Le chiediamo, con l'introduzione dello Ius Soli, di adottare, concretamente e nel più breve tempo possibile, provvedimenti che riconoscano ai figli di immigrati il diritto di cittadinanza. Lo diciamo con profondo orgoglio: ci sentiamo di essere figli di questa terra, di questo suolo. Amiamo la nostra patria, per la quale contribuiamo ogni giorno con amore alla storia, allo sviluppo economico e culturale. Siamo fortemente integrati nelle nostre città, nel nostro paese, che non è quello di origine dei nostri genitori, ma è l'Italia: questa è la nostra casa. Siamo convinti che la cittadinanza non debba essere un merito, ma un diritto. E una scelta. Nascere in Italia deve poterci consentire non solo di sentirci ma di essere italiani, a pieno titolo, anche prima dei 18 anni.
Anche per questo Le chiediamo che venga cambiato al più presto l' attuale dettato legislativo; perché il futuro della prossima generazione italiana non si fondi su una crisi di identità, ma si alimenti del senso più profondo di appartenenza alla nostra comunità; alla nostra, purtroppo, non è successo. Anzi, abbiamo vissuto un'emarginazione innaturale, incomprensibile che ci ha impedito di essere quello che sentivamo di essere a pieno titolo: italiani e non stranieri nel nostro paese. Il disagio che vive il mondo a causa dei fondamentalismi e della violenza che ne deriva, non deve influire, od ostacolare , questo processo di cambiamento dallo Ius Sanguinis allo Ius Soli. Includere significa arricchimento reciproco e condivisione di valori.
Noi sentiamo di essere parte di quell'Italia che crede nel progresso e nel miglioramento. Sentiamo di poter lavorare sul nostro presente per costruire il futuro. Per questo vorremmo sapere cosa ci propone il nostro futuro; che è nelle Vostre mani e nella Vostra coscienza.
Siamo certi che siete sensibili alle questioni che solleviamo, che avete analizzato le normative vigenti, che le avete confrontate con quelle degli altri ordinamenti europei dove vige già il diritto di cittadinanza legato al diritto di territorio.
Nel 2011 l'ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affrontò e supportò con decisione il diritto di cittadinanza dei bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Ma ad oggi non vi è stata ancora nessuna azione concreta. Vi preghiamo quindi di non dimenticarvi di noi.
Ci piacerebbe, Presidente Renzi, che Lei volesse incontrarci, conoscerci e capire quanto profondamente ci sentiamo italiani.
Un cordiale saluto,
Karima ed Amir