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Cittadinanza, la riforma si è persa. In Aula a fine giugno, forse

Le nuove regole per diventare italiani slittano in fondo al calendario dei lavori della Camera. E i deputati non ne parlano da settembre

 
Roma – 28 aprile 2015 – Aspettarsi che la riforma della cittadinanza fosse in cima alla lista delle preoccupazioni della nostra politica era irrealistico. Constatare però che è slittata proprio all’ultimo posto fa davvero un brutto effetto. 
 
È l’ennesimo schiaffo in faccia alle seconde generazioni, quei figli degli immigrati che continuano ad essere trattatati dalla legge come i loro genitori anche se sono cresciuti in Italia. Ed è un segnale di scarsa attenzione anche per la maggioranza degli italiani, se è vero che il 72% vorrebbe che quei ragazzi fossero italiani anche per legge
 
Guardate, invece, il programma dei lavori dell’aula della Camera dei Deputati. Dove sono finite le “Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza”?. Ad aprile, ma tanto è finito, non se ne parla. A maggio, neppure. E a giugno? Bisogna proprio scorrerlo tutto, per trovare, come ultimi progetti di legge all’ordine del giorno, proprio quelli che potrebbero cambiare la vita a un milione di persone. 
 
C’è da sperare che si mantenga almeno questa promessa e che almeno a fine giugno la riforma arrivi davvero in Aula. Ma certo essendo l’ultima della lista è facile che slitti ancora, a luglio, ad agosto o a dopo la pausa estiva. Prima ci sono da approvare progetti di legge a quanto pare più urgenti, da quello sulla diffamazione a quello sui treni merci, passando per la ratifica di un accordo sulla cooperazione militare con il Kazakhstan.
 
“Intanto, però, si lavora in commissione…” obietterà qualcuno. Chissà, forse dietro le quinte.
 
Perché a leggere i verbali della commissione Affari Costituzionali, la riforma della cittadinanza non compare dallo scorso settembre. Tra l’altro, gli ultimi a parlarne non furono i deputati, ma esperti e rappresentanti di associazioni intervenuti per l’ennesimo giro di audizioni sul tema. Dissero tutti la stessa cosa: “Fate la riforma”. E aggiunsero: “Fate presto”. 
 
Stranieriinitalia.it
 
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