Roma, 26 ottobre 2018 – Gentile Ministro dell’Interno,
La ringrazio molto per la risposta che ha voluto fornire a me e ad altri 300mila italiani senza cittadinanza. Mi prendo da subito l’impegno a risponderle in maniera più diffusa, dato che, pur apprezzando lo sforzo, sembra che l’importanza della questione non sia stata compresa.
Signor Ministro, lei ha citato dei numeri, ma qui si tratta di persone. Si parla della vita di 300mila persone che, questa volta, non classifica come “clandestini” e quindi “criminali”, ma come “furbetti” dalla “domanda di cittadinanza facile” per giustificare l’ingiustificabile dilatazione dei tempi di esame della domanda.
Lei dice che ci sono troppe domande in arretrato e che per questo è necessario dilatare per legge i tempi. A me, nelle scuole italiane, hanno insegnato l’opposto: se c’è un diritto negato si trovano degli strumenti adeguati, non si cancellano i diritti. Se c’è un colpevole, si colpisce il colpevole: non si colpiscono 300mila italiani per educarne cento.
Lei è capace di liquidare la questione in un tweet, buon per lei: io no. Io no, perché la questione in ballo è la mia vita.
Glielo spiegherò, glielo spiegheremo, con una lettera che rivolgeremo in primo luogo alle italiane e agli italiani come me, quelli che hanno scelto questo paese e che questa cittadinanza se la sono sudata.
Buona vita anche a lei. Stia bene.
Elizabeth Arquinigo Pardo
in Attualità
La lettera. ‘Salvini, sulla cittadinanza lei sbaglia, non si cancellano i diritti’
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