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“Profughi lontani dai bambini”, la prefettura e la circolare della vergogna

A Sondrio volevano impedire agli ospiti dei centri di accoglienza di passeggiare tutti insieme o “frequentare parchi giochi e strutture per bambini e famiglie”. Poi la marcia indietro: “Un errore materiale”

 

Sondrio – 23 marzo 2016 –In Prefettura hanno paura dell’uomo nero. Al punto da far diventare i profughi sorvegliati speciali, con regole e divieti normalmente imposti ai pedofili e ad altri criminali. 

La circolare della vergogna della prefettura di Sondrio, fortunatamente, è durata solo una decina di giorni. Le indicazioni che conteneva fanno capire che anche chi dovrebbe governare l’ordine e la sicurezza pubblica può diventare preda di paure e pregiudizi e trasformare quanti scappano da guerra, persecuzioni e miseria in soggetti dai quali stare alla larga. 

I fatti. Anche in Valtellina e Valchiavenna, come nel resto d’Italia, arrivano i profughi salvati nel Canale di Sicilia. Ad oggi ce ne sono circa cinquecento, smistati tra varie strutture di prima accoglienza. L’11 marzo scorso la prefettura ha quindi inviato una circolare ai gestori per condividere una “serie di azioni utili a garantire una gestione ottimale degli ospiti”. 

Innanzitutto la circolare ribadiva la necessità di rispettare il regolamento delle case di accoglienza e “in particolare” gli orari di rientro e di uscita. Quindi passava al “divieto assoluto di praticare qualsiasi forma di accattonaggio”, evidentemente per non turbare la serenità dei residenti con chissà quante mani tese e anche se in Italia chiedere l’elemosina non è reato.

A far discutere di più è il divieto di circolare in comitiva. “Evitare di passeggiare per il paese in gruppi numerosi di ospiti, limitarsi a gruppi ristretti di quattro o cinque persone. Gruppi formati da numeri superiori dovranno essere accompagnati da personale idoneo”. Cos’è questo personale “idoneo”? Di quali attrezzature (sfollagente? museruole? fruste?) è dotato? Mistero.

Infine, la vera regola dell’uomo nero, dell’orco o del bau bau che dir si voglia.  “Evitare – ordinava la prefettura – la frequentazione di parchi giochi o strutture pubbliche destinate a bambini e famiglie”. Ammesse eccezioni solo per “iniziative concordate dal gestore della struttura con le associazioni locali”.

La circolare ha comprensibilmente sollevato molta indignazione, non solo a livello locale. L’Associazione per gli Studi Giuridici sull’immigrazione ha scritto alla prefettura intimandole di ritirarla, perché le misure indicate non avevano fondamento legale, accreditavano una “ pericolosità non motivata” e non favorivano “socializzazione promozione della coesione sociale”. 

Alla fine, è arrivata la marcia indietro. “Su richiesta del responsabile Caritas di Como e del vescovo della diocesi di Como e Sondrio – ha annunciato ieri in una nota il prefetto Giuseppe Mario Scalia – si terrà una rituale riunione sul tema dell’accoglienza. Con l’occasione   si fa presente che la circolare diretta ai gestori delle strutture di accoglienza, oggetto di mero errore materiale, va intesa non prodotta e sarà oggetto di totale revisione nella programmata riunione”.

Un “mero errore materiale”. Cosa volete che sia? Facciamo come se non fosse successo niente… 

EP

 

 

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