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Ricongiungimenti: si alle intese tra sindaci e prefetti

Per i Comuni diventa più facile aprire sportelli per l’invio delle domande. Sono già 160 quelli che offrono assistenza

Roma – 6 marzo  2009 – Dallo scorso aprile, il ricongiungimento familiare si chiede solo via internet. In linea di massima, chi vuole portare un parente in Italia può fare tutto da solo, dal computer di casa, oppure avvalersi dell’assistenza di patronati, sindacati e associazioni.

In 160 Comuni, per la compilazione e l’invio delle domande, ci si può però rivolgere anche agli sportelli comunali. Questi enti locali (da soli o uniti in consorzi) hanno infatti sottoscritto accordi con il ministero dell’Interno per fare da front-office per le pratiche dell’immigrazione, un primo passo verso un più volte prospettato passaggio di competenze.

Fino a oggi questo tipo di accordi sono stati stipulati a Roma, a livello centrale, tra il comune interessato e il Viminale, una  procedura che ormai segna il passo a causa dell’aumento delle richieste. La direzione immigrazione del Ministero dell’Interno ha deciso quindi di sveltire e semplificare, decentrando gli accordi sul territorio.

Una circolare di martedì scorso autorizza i prefetti a sottoscrivere autonomamente con i sindaci i protocolli d’intesa, che poi andranno girati alla direzione immigrazione insieme ai nomi delle persone che avranno accesso al software per i ricongiungimenti. Queste riceveranno da Roma le password per compilare e spedire le domande.

Scarica la circolare

Leggi la guida sui ricongiungimenti

EP

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